(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 dic. - Indagini dei militari
della Guardia di Finanza di Roma hanno accertato che circa 900
persone decedute da anni risultavano ancora in carico al Servizio
sanitario nazionale. Gli accertamenti, avviati su direttiva del
Comando provinciale della Capitale, hanno tratto le mosse
dall'esame dei dati acquisiti dall'anagrafe della popolazione dei
comuni dell'intera provincia, le cui risultanze sono state poi
incrociate con gli elenchi degli assistiti dalle aziende
sanitarie locali. In particolare, l'attenzione si e' concentrata
sulle liste della popolazione a partire dall'anno 2006. I
nominativi degli assistiti deceduti avrebbero dovuto essere
cancellati con tempestivita', al fine di evitare indebite
percezioni a favore dei medici di base degli emolumenti relativi
all'assistenza.
Dalle investigazioni e' emerso che circa 900 persone decedute
non erano state cancellate dalle liste di alcune Aziende
sanitarie locali della provincia, con un indebito esborso per
l'erario di oltre 200.000 euro. Quasi 3.500, invece, sono gli
assistiti cancellati con ritardo. In questo modo, anche i defunti
hanno continuato a concorrere alla quantificazione delle
retribuzioni dei medici e dei pediatri di base.
Inoltre, in diversi casi, taluni medici risultano anche avere
prescritto farmaci a pazienti non piu' in vita titolari di
esenzione. Tali farmaci erano destinati, di fatto, a terze
persone non esenti che potevano beneficiarne a totale carico del
servizio sanitario nazionale. Sono, infatti, 9 i medici
denunciati all'Autorita' giudiziaria ed alla Procura regionale
per il Lazio della Corte dei Conti per truffa ai danni del
Servizio sanitario nazionale, oltre ad alcuni funzionari pubblici.
Dal 2009 ad oggi, sono 314 le persone denunciate dal Comando
provinciale della Guardia di Finanza di Roma per frodi al
Servizio sanitario nazionale.
(Wel/ Dire)