(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 dic. - Il test dei livelli di
troponina T cardiaca (cTnT) viene comunemente utilizzato per
diagnosticare un eventuale infarto cardiaco. Ora, una versione
piu' sofisticata puo' rivelare patologie cardiache ancora a
livello subclinico che potrebbero sfociare in eventi
cardiovascolari futuri. Questo secondo una nuova ricerca dello UT
Southwestern Medical Center, coordinata da James de Lemos,
professore associato di medicina interna della UT Southwestern.
Il lavoro e' basato sui risultati del Dallas Heart Study in
cui de Lemos e colleghi hanno preso in considerazione 6100
residenti della contea di Dallas. In tale progetto, si e'
verificato in particolare come il livello di cTnT potrebbe essere
rivelato con una tecnologia standard nell'1 per cento della
popolazione.
Per determinare se una tecnologia piu' accurata potesse
rivelare il cTnT a piu' bassi livelli, i ricercatori hanno
utilizzato la stessa popolazione di residenti. A partire
dall'anno 2000, circa 3500 soggetti di eta' compresa tra 30 e 65
anni hanno fornito campioni ematici e sono stati sottoposti a
scansioni a risonanza magnetica e a tomografia computerizzata per
evidenziare eventuali patologie al cuore e agli altri organi. Gli
stessi soggetti sono poi stati seguiti fino al 2007.
Secondo quanto riferito nell'articolo di resoconto pubblicato
sulla versione online del Journal of the American Medical
Association (JAMA), i ricercatori hanno mostrato che il test puo'
rivelare la proteina in circa il 25 per cento dei campioni di
sangue. I livelli rivelabili di troponina sono associati a un
rischio sette volte maggiore di morte cardiovascolare entro sei
anni.
(Wel/ Dire)