(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 dic. - Piu' chiaro il modus
operandi dell'influenza A. Il suo virus H1N1 puo' generare una
reazione incontrollata (una sorta di "follia") del sistema
immunitario, indebolendo l'organismo sotto attacco. E tale evento
era piu' frequente nella fascia d'eta' 20-50 anni.
Questa la tesi di una ricerca della Vanderbilt University (USA),
diretta dal dottor Fernando Polack e pubblicata su "Nature".
Gli esperti diretti da Polack hanno analizzato i tessuti
prelevati dai polmoni di 75 vittime della pandemia vissute in
Argentina. Le procedure hanno rilevato alte dosi di C4d, proteina
del sistema immunitario che aumenta in caso d'infezione.
Per gli studiosi, cio' puo' essere spiegato dagli anticorpi:
questi riconoscevano il virus, in quanto "informati" dalle
precedenti influenze, ma non riuscivano a respingerlo. Tale
schizofrenia biologica portava alla formazione di coppie virus
H1N1-proteina Cd4 che attaccavano i polmoni e favorivano il
decesso.
Allora, riassume Polack: "Il virus ha avuto meno effetti sui
neonati e sugli anziani" perche' "Nei primi il sistema
immunitario non e' infatti ancora completamente formato, mentre
nei secondi ci sono ancora gli anticorpi dell'epidemia del 1957,
il cui virus era molto piu' simile all'H1N1".
Al contrario, i soggetti della fascia calda (20-50 anni) erano
bersagli a rischio: il loro sistema immunitario era non troppo
maturo da avere gli anticorpi giusti, ma abbastanza maturo da
degenerare.
(Wel/ Dire)