(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 dic. - "Secondo uno studio
pubblicato sul New Emgland Journal of Medicine, accedere alla
cure palliative nell'ultimo tratto dell'esistenza allunga la vita
migliorandone la qualita' e per questo sarebbe auspicabile che
il malato possa essere preso in carico prima dell'ultima fase".
Lo ha dichiarato Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del
Dipartimento della Fragilita' dell'ospedale di Lecco, a margine
del XVII Congresso della Societa' Italiana di Cure Palliative
(SICP) che si apre oggi a Roma. Ma l'esperto sottolinea che i Lea
per le cure palliative sono ancora lontani dall'essere raggiunti,
nonostante la legge 38/2010 rappresenti un valido aiuto in
questa direzione.
In alcune Regioni che pure negli ultimi dieci anni hanno fatto
passi da gigante nella realizzazione di una moderna rete di cure
palliative esistono liste di attesa anche per accedere alle cure
dell'ultimo tratto dell'esistenza. Secondo il decreto
ministeriale del 2007 che definiva gli standard dell'assistenza
ai malati terminali, dovrebbero passare non piu' di 72 ore dalla
segnalazione all'accesso alla rete. Per l'11% dei centri, pero',
c'e' da aspettare di piu', mentre, ad esempio, in ben il 40%
delle strutture di Lazio e Puglia si registra il fenomeno delle
liste di attesa. In Italia la rete di cure palliative e' ancora
una sfida da completare. Nonostante gli sforzi fatti in questi
anni la risposta assistenziale e', ad oggi, lacunosa e
disomogenea. Una situazione che segnala il persistere, nel nostro
paese, di profonde disuguaglianze di accesso anche per le cure
palliative. Disuguaglianze che coinvolgono ogni anno 250 mila
persone affette da patologie oncologiche.
(Wel/ Dire)