SERVE UN MIGLIORAMENTO DEI SISTEMI SANITARI DEL SUD DEL MONDO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 dic. - La lotta per
sconfiggere il virus dell'Hiv/Aids nel mondo deve cambiare: il
miglioramento dei sistemi sanitari del sud del mondo e il
contrasto allo stigma al fine di aumentare la coerenza della cura
dei paziente sono oggi piu' urgenti dell'incremento della
percentuale di malati che hanno accesso alle cure. E' quanto e'
stato affermato da Piergiorgio Menchini, della ong Cospe,
rappresentante dell'Osservatorio italiano sull'Azione Globale
contro l'Aids, in occasione della giornata mondiale per la lotta
all'Aids. "Per rafforzare la sostenibilita' di lungo termine
della battaglia contro il virus - ha detto Menchini - l'enfasi
deve passare alle capacita' e risorse locali, al decentramento
delle strutture per le cure, alle associazioni locali di malati
che contrastano lo stigma".
Presentando il documento di analisi "2010: l'Hiv/Aids e' ancora
un'emergenza globale?" redatto dall'Osservatorio, Menchini ha
spiegato che "l'epidemia di Hiv/Aids e' in una fase di
stabilizzazione ma non di inversione di rotta a livello globale".
Lo affermano i dati dell'Unaids (Agenzia Onu per la lotta
all'Aids), secondo cui il numero di persone sieropositive in cura
con farmaci antiretrovirali e' passato da 700 mila nel 2004 a 5,2
milioni nel 2009, mentre sempre lo scorso anno, il 53% delle
donne malate in gravidanza ha ricevuto la terapia per prevenire
la trasmissione al figlio. "Tuttavia, e' prematuro cantare
vittoria", avverte Menchini, sia perche' "ancora 10 milioni di
persone sono ancora in lista d'attesa della terapia
antiretrovirale", ma anche per i "bassi tassi di aderenza alla
terapia, che in 13 paesi dell'Africa subsahariana e' intorno al
60%". Il 40% che non segue con coerenza le cure, secondo
Menchini, "corrisponde alla fascia di malati piu' povera e piu'
fragile, su cui dobbiamo concentrare le nostre attenzioni".
Per contrastare questo fenomeno l'Osservatorio Aids suggerisce il
passaggio della cooperazione sanitaria finalizzata al contrasto
del virus "da un approccio verticale, centrato sull'enfasi a una
o piu' malattie specifiche, a un approccio orizzontale ovvero
volto al rafforzamento dei sistemi sanitari in generale". In
questo modo, tutto il pacchetto della prevenzione, trattamento e
cura, diventa "un fatto di normalita' e gestione quotidiana da
parte di strutture locali messe in condizione di funzionare con
efficienza". A tal fine l'Osservatorio ha formulato otto
raccomandazioni dirette ai governi e alle agenzie multilaterali
che si occupano di Aids, che chiedono in particolare di
rafforzare il decentramento dei servizi Hiv dai centri
nazionali/regionali ai presidi periferici; spostare il focus
delle azioni di sensibilizzazione dall'individuo alla famiglia;
incrementare il coinvolgimento di personale non sanitario nella
gestione di servizi a livello periferico, incrementare la
qualita' e quantita' del personale sanitario professionista;
potenziare i gruppi e le associazioni della societa' civile -
soprattutto quelle delle donne e degli adolescenti - e i gruppi
di supporto alle persone hiv positive.
(Wel/ Dire)