HA CIRCA 64 ANNI E HA ATTESO PIU' DI 3 MESI PER CHIEDERE AIUTO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 dic. - È donna, ha circa 64
anni e ha atteso piu' di tre mesi dalla comparsa dei sintomi
prima di chiedere aiuto. È l'identikit delle persone che in
Italia soffrono di dolore cronico. È quanto emerge dalla ricerca
su 1.617 malati in cura presso 88 centri di terapia antalgica e
ambulatori specialistici di tutta Italia, condotta
dall'Associazione pazienti Vivere senza dolore, in collaborazione
con la Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e le
cure palliative. Secondo i risultati della ricerca, presentata a
Milano durante il convegno "La Giornata senza dolore", solo il
38% dei pazienti e' entrato in contatto con i centri
specializzati tramite il medico di famiglia, mentre per il 24%
l'informazione della loro esistenza e' arrivata da un famigliare.
Pur con qualche disparita' tra Nord e Sud, e' positivo il
giudizio che i cittadini oggi esprimono verso queste strutture,
alle quali richiedono medici competenti (22%) ma, soprattutto,
terapie analgesiche efficaci (36%).
Nove mesi fa il Parlamento ha varato la legge 38 che mira a
garantire a tutti i pazienti l'accesso alle cure palliative e
alla terapia del dolore. "Si e' parlato spesso di dolore in vari
contesti, dove e' stato possibile ascoltare la voce di esperti,
medici, politici, aziende farmaceutiche ma, paradossalmente, poco
quella dei malati -spiega Marta Gentili, segretario
dell'associazione Vivere senza dolore-. Nel complesso, e' emerso
un buon livello delle strutture italiane; sicuramente in futuro
sara' necessario, da un lato, diffondere una maggiore
informazione tra i cittadini che ancora non hanno accesso ai
centri e non sanno a chi rivolgersi e, dall'altro, colmare lo
squilibrio tra le varie zone d'Italia, per assicurare i medesimi
standard di assistenza e cura".
Nel Sud d'Italia il dolore e' piu' cronico che altrove.
Infatti dalla ricerca emerge che i pazienti del meridione hanno
incontrato piu' difficolta' nel ricevere risposte dalle Asl (fino
al 48% degli intervistati) e per la lontananza del centro dalla
propria residenza (fino al 24%). Rassicurante il dato relativo
alle liste di attesa: nel 66% dei casi, si ottiene la visita
entro 15 giorni dalla richiesta di appuntamento, con punte del
75% al Sud; meno celeri i centri del Nord (64%) e del Centro
(66%) ma spesso a causa di una maggiore affluenza di malati,
provenienti da altre regioni. Positivo il giudizio che i pazienti
danno dei reparti di terapia del dolore, con un voto medio
compreso tra 8 e 9. La nota dolente riguarda, invece, l'impiego
di farmaci oppioidi, che non viene preso in considerazione nel
37% delle prescrizioni, nonostante la loro reperibilita' nelle
farmacie italiane sia oggi garantita nell'82% dei casi (ma solo
nel 68% al Sud).
"La Legge 38/2010 finalmente liberalizza dal punto di vista
farmacologico l'uso degli oppioidi per la terapia del dolore",
dichiara l'Assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo
Landi di Chiavenna. "Su questa strada noi dobbiamo andare avanti,
perche' il dolore e' un processo di degenerazione non solo
fisica, ma anche psicologica ed emotiva. E non c'e' ragione per
far soffrire le persone, soprattutto i malati terminali".
Per sensibilizzare i mezzi di comunicazione, e' nato nel 2010 il
premio giornalistico "Vivere senza dolore". Nel corso del
Convegno tenutosi oggi a Milano sono stati ufficializzati i 3
vincitori. Per la categoria "Carta stampata", il primo
classificato e' stato Gianni Di Lascio, autore di un articolo
pubblicato da Viversani & Belli; nella categoria "Servizi
radio-tv", premiato Vito Pindozzi, per un servizio trasmesso dal
GR di Radio Rai 2; infine, per la categoria "Testate web", si e'
aggiudicata il primo posto Vera Martinella, con un articolo
apparso su Corriere.it.
(Wel/ Dire)