INDAGINE SVOLTA DALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE PEDIATRI-CENTRO SUD.
(DIRE - Notiziario Sanita') Napoli, 27 apr. - Ospedali campani
"affollati" di bambini a rischio sociale. E' il quadro che emerge
da un'indagine svolta dall'Associazione culturale pediatri del
Centro Sud, nell'ambito dell'Unita' pediatrica e del Pronto
soccorso pediatrico dell'ospedale "A. Cardarelli" di Napoli.
Sono, in particolare, le broncopolmoniti, le gastroenteriti e le
bronchioliti le cause di ricovero per bambini che vivono in
condizioni sociali precarie;
patologie che, a parte i casi piu' gravi, possono essere
affrontate con cure domiciliari e con l'assistenza del pediatra
di famiglia. Invece accade che sempre piu' spesso le famiglie
disagiate, con pochi mezzi economici ma prive anche della
necessaria informazione, chiedano il ricovero dei figli,
delegando tutto all'ospedale.
I dati, pubblicati sull'Italian Journal of Pediatrics, indicano
che su oltre 100 ricoveri per broncopolmonite all'Ospedale
Cardarelli di Napoli, tra il 2007 e il 2009, il 76% riguarda
bambini a rischio sociale; fra i ricoveri per gastroenterite,
l'84% si riferisce a piccoli pazienti che provengono da
famigliedisagiate e, infine, i ricoveri per bronchiolite
riguardano il 73% di bambini in difficolta'. Ricoveri questi che,
a parte i casi piu' gravi, sono considerati "inappropriati".
Infatti, dall'analisi delle cartelle cliniche emerge che il
quadro clinico, al momento del ricovero o durante la degenza, e'
spesso meno severo nei piccoli pazienti a piu' alto disagio
sociale. E' evidente, quindi, che i ricoveri impropri siano piu'
frequenti quando la richiesta di assistenza viene da famiglie in
difficolta'. I ricoveri, inoltre, si verificano anche due-tre
volte l'anno per le stesse patologie.
Questi risultati sono in linea con un precedente studio che aveva
analizzato la tipologia dei ricoveri pediatrici per residenza
delle famiglie nei dieci distretti sanitari del comune di Napoli.
Il numero di ricoveri inappropriati era risultato piu' alto nei
quartieri a maggiore concentrazione di disagio sociale
(Secondigliano, Scampia, Ponticelli), con una stretta
correlazione con il numero di persone che percepivano il reddito
minimo di inserimento. Insomma, l'ospedale come contenitore di
disagio sociale, con il rischio di dare risposte sanitarie a
quelli che sono soprattutto bisogni sociali.
(Wel/ Dire)