SOLO 13 REGIONI HANNO APPROVATO UN PIANO PER LA BONIFICA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 27 apr. - In Italia ci sono
ancora 32 milioni di tonnellate di cemento amianto, ma mancano
impianti di smaltimento e discariche. Inoltre si tratta di un
censimento ancora parziale: solo 13 Regioni infatti hanno
approvato un piano per il censimento e la bonifica. La denuncia
di Legambiente, che ha presentato oggi a Milano il rapporto
"Ritardi dei piani regionali per la bonifica dall'amianto". Per
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente "'e' un
pericoloso immobilismo dello Stato e delle Regioni che espone la
popolazione a un rischio per la salute molto insidioso perche' di
amianto ce n'e' molto" E in posti che tanti non sospetterebbero
nemmeno.
Sono solo 13 le Regioni che hanno approvato un programma
dettagliato per il censimento, la bonifica e lo smaltimento dei
materiali contaminati. Due (Puglia e Molise) non l'hanno ancora
fatto mentre in Abruzzo e' in corso di approvazione. Di altre tre
regioni (Calabria, Marche, Veneto) e la provincia Autonoma di
Bolzano non si ha notizia. E anche laddove si e' iniziato a
lavorare, si procede a rilento: a 18 anni dalla legge 257/92 che
mise al bando l'amianto, il censimento infatti e' ancora in corso
in gran parte delle regioni e solo cinque (Basilicata, Lombardia,
Molise, Puglia e Umbria) hanno dati relativi all'amianto presente
negli edifici privati.
Sommando le informazioni, risulta che ad oggi in Italia ci sono
circa 50mila edifici pubblici e privati in cui e' presente
amianto e i quantitativi indicati solo da undici Regioni (Lazio,
Umbria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Molise,
Sardegna, Toscana, Basilicata, Piemonte e Liguria) anche se non
esaustivi, delineano comunque le dimensioni del problema: 100
milioni circa di metri quadrati di strutture in cemento-amianto,
e oltre 600mila metri cubi di amianto friabile.
Mancano poi impianti di smaltimento adeguati per i materiali
contaminati da amianto e cosi' fibre rimosse devono essere
spedite all'estero come in Germania o in Austria. A oggi le
regioni che hanno una discarica dedicata allo smaltimento dei
rifiuti contenenti amianto sono Friuli Venezia Giulia, Lombardia
(esaurita pero' nel marzo 2009), Abruzzo (in istruttoria per la
riapertura), Emilia-Romagna e Liguria. La Basilicata ne ha 2, il
Piemonte 3, la Toscana e la Sardegna 4, ma tutti i casi le
capacita' residue sono comunque molto scarse se relazionate ai
quantitativi di materiali contenenti amianto ancora presenti sul
territorio.
A causa dell'amianto si continua a morire e secondo il Registro
nazionale mesoteliomi istituito presso l'Ispesl (che dal 1993
censisce il tumore dell'apparato respiratorio strettamente
connesso all'inalazione di fibre di amianto) sono oltre 9mila i
casi riscontrati fino al 2004, con un esposizione che circa il
70% delle volte e' stata professionale. Tra le regioni piu'
colpite Piemonte (1.963 casi di mesotelioma maligno), la Liguria
(1.246), la Lombardia (1.025), l'Emilia-Romagna (1.007) e il
Veneto (856).
Legambiente chiede al Governo e alle Regioni di cambiare
l'approccio dimostrato fino ad oggi nella lotta all'amianto: al
Governo garantendo continuita' di risorse economiche per le
analisi epidemiologiche necessarie a monitorare gli effetti
sanitari del problema: alle Regioni di procedere alla mappatura
delle strutture interessate per stabilire le priorita' di
intervento. Per questo motivo l'associazione ha lanciato la
campagna d'informazione "Liberi dall'amianto" svolta in
collaborazione con l'associazione italiana Medici per l'ambiente
per illustrare alla gente i rischi derivanti dall'esposizione
all'amianto e quali regole di comportamento adottare quando si ha
a che fare con strutture contaminate.
(Wel/ Dire)