BASE DI PARTENZA PER LA DEFINIZIONE DEI COSTI STANDARD.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 apr. - La qualita' del
servizio sanitario e' "complessivamente buona, ma ci sono forti
disomogeneita' e ampi margini di miglioramento". Cosi' il
ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sintetizza il quadro che
emerge dal sistema per la valutazione dell'efficienza e
appropriatezza dei servizi sanitari, elaborato in collaborazione
con la scuola superiore Sant'Anna. In conferenza stampa a palazzo
Chigi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti parla di "operazione di
trasparenza e concretezza: il ministero ha passato a raggi X le
Asl" e ora i risultati sono sul web, all'indirizzo del ministero
(www.salute.gov.it).
Fazio sottolinea che, anche dai 34 indicatori di valutazione e
osservazione, emerge come "la buona sanita' costa meno della
cattiva sanita'. Da oggi in rete chiunque puo' vedere, Asl per
Asl, azienda ospedaliera per azienda ospedaliera, quanti parti
cesarei vengono fatti o in quanto tempo vengono operate le
fratture di femore. Per la prima volta- rivendica il ministro-
nel nostro paese quello che si fa ogni Asl e ogni regione sara'
disponibile, come e' stato anche chiesto anche dall'opposizione".
Si tratta di "un lavoro di due anni, e' la prima volta che il
ministero autorizza alla diffusione i dati e siamo tra i
primissimi paesi al mondo a fare questo approfondimento". Ma,
avverte, "non siamo qui per fare graduatorie, il nostro obiettivo
e' ridurre la sanita' non buona, dimostrando che si puo' fare
buona sanita'". E cita qualche esempio che dimostra le forte
omogeneita' anche all'interno delle stesse regioni virtuose, dove
c'e' "spazio di miglioramento".
Per quanto riguarda ad esempio il taglio cesareo, "l'Omg dice
di non superare il 15%, ma il 20-25% e' buona media. Noi siamo al
36.9%, e' molto alta e va abbassata". Ma si va dai 62% della
Campania "tra i piu' alti in Europa" al 23% del Friuli Venezia
Giulia. Sul fronte prevenzione sono invitate allo screenig
mammografico, tra le donne con 50-69 anni, il 17,5% in Sicilia e
il 98% in Umbria. Le adesioni effettive vanno poi dal 25,8% della
Calabria al 77,2% della Valle d'Aosta.
In generale le regioni che risultano meno virtuose "sono
sempre quelle oggetto del piano di rientro". Sull'uso dei dati
Fazio chiarisce: "Non e' un problema di press politica o di
risorse, anzi io conto di risparmiare in questa sanita'. Pensiamo
di usare questi dati per la definizione dei costi standard, non
un'applicazione cieca di questi ma sono una buona partenza".
23 aprile 2010
(Wel/ Dire)