(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 apr. - "I 'fantasmi' del
Sant'Andrea hanno firmato il contratto per l'assunzione pubblica
nell'azienda. Si conclude il ciclo della stabilizzazione: 159
infermieri e 60 amministrativi assunti con concorso.
Centoquaranta figure tra ausiliari e amministrativi assunti
tramite collocamento". Lo scrivono in una nota i Cobas
Sant'Andrea e il Coordinamento lavoratori 'fantasma' del
Sant'Andrea.
"Cinque anni fa e' cominciata la lotta dei lavoratori
esternalizzati dell'ospedale Sant'Andrea di Roma. Il Sant'Andrea-
spiega il comunicato- fiore all'occhiello della Sanita' laziale
ai tempi di Storace, era nato come l'ospedale piu' esternalizzato
del Lazio. Nel 2005, con l'avvento della Giunta Marrazzo, erano
ancora praticamente esternalizzati tutti i servizi, da quelli
legati all'assistenza diretta a quelli amministrativi, economali,
tecnici. Un esercito di oltre 400 lavoratori 'fantasmi' che
avevano costruito, fatto nascere e mandavano avanti questa
innovativa struttura, che pur veniva chiamata 'pubblica'. Ma
'pubblico' al Sant'Andrea non era certo il personale. I
lavoratori strutturati erano molto meno degli esternalizzati, ad
esclusione dei dirigenti medici. Per questo gli esternalizzati
del Sant'Andrea si sono autonominati 'fantasm': lavoravano ogni
giorno dentro l'ospedale, ma nessuno sapeva esattamente neanche
chi fossero".
"Quando questi hanno sollevato la testa e' nato il Coordinamento
dei lavoratori 'fantasma' del Sant'Andrea- aggiunge la nota- che
insieme al Cobas ha iniziato una lunga e, a detta di tutti,
impossibile battaglia: quella per la reinternalizzazione dei
servizi e la stabilizzazione dei lavoratori delle Cooperative.
Chi ha seguito in questi anni questa lotta o chi ha semplicemente
letto i giornali e visto la televisione sa quanto sia stata dura.
Una lotta nella quale Cobas e fantasmi non hanno fatto sconti a
nessuno, soprattutto alla giunta di centrosinistra. Sotto a
quella giunta abbiamo passato per cinque lunghi anni intere
giornate ad aspettare e urlare per ottenere ben tre leggi e varie
delibere che permettessero la stabilizzazione".
"Abbiamo passato interminabili ore in assemblee e riunioni-
conclude il comunicato- a spiegare alle menti dei potenti come la
reinternalizzazione dei servizi e la stabilizzazione dei
lavoratori producessero un risparmio per le casse regionali ed un
aumento della qualita' dell'assistenza. Ma nessuno sembrava, o
voleva, capire. Toccare gli interessi dei grossi padroni delle
Cooperative laziali non e' certo cosa da poco in una regione dove
l'unica voce di bilancio che continua a levitare e' quella dei
'beni e servizi'".
(Wel/ Dire)