(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 apr. - Sono circa 4.000 ogni
anno (8 casi per mille nati vivi) i neonati con cardiopatie
congenite che possono andare incontro a disturbi piu' o meno
gravi, con necessita' di un intervento chirurgico o medico. Tra i
vari disturbi, naturalmente, le aritmie cioe' le anomalie del
battito cardiaco. "Si tratta di un problema estremamente serio -
dichiara Michele Gulizia, presidente dell'Associazione italiana
di aritmologia e cardiostimolazione (Aiac), in apertura del
Congresso nazionale dell'associazione inaugurato ieri a Catania -
Le alterazioni del ritmo sono alla base di numerosi problemi, non
ultimo la morte cardiaca improvvisa, che tra i giovani,
soprattutto se sportivi, non e' un fatto cosi' sporadico,
riguardando 3 ragazzi su centomila, ossia circa 200 decessi ogni
anno, 150 dei quali tra i 15 e i 24 anni". A questa percentuale
di ragazzi che necessitano di diagnosi e di cure appropriate,
vanno aggiunti tutti quelli che sono stati sottoposti a
interventi di cardiochirurgia pediatrica per correggere i difetti
del cuore o dei vasi principali.
"Sino ad oggi, anche per via di casistiche fortunatamente
abbastanza limitate - prosegue Gulizia - il cardiologo pediatra
agiva per lo piu' sulla base della propria conoscenza personale,
applicando eventualmente esperienze acquisite nella popolazione
dei pazienti adulti." Al fine di sviluppare un comportamento
diagnostico e terapeutico comune e obiettivo, eliminando ogni
possibilita' di condotta poco appropriata o addirittura
pericolosa, l'area di Aritmologia pediatrica di Aiac coordinata
da Fabrizio Drago, cardiologo del Bambin Gesu' di Roma, ha
realizzato un documento di raccomandazioni ad hoc, che
costituisce il primo esempio in Italia, e uno dei primi in
Europa. ½Questo lavoro, molto approfondito e completo -
sottolinea infine il presidente Aiac - e' nato con lo scopo di
raccomandare un comportamento equilibrato e giustificato da
adottare per evitare l'uso di tecniche diagnostico-terapeutiche a
rischio, nel tentativo di ridurre una mortalita' a volte
grandemente sovrastimata."
(Wel/ Dire)