(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 9 apr. - Nuovo passo avanti
nella conoscenza dei meccanismi neurodegenerativi che sono alla
base della malattia di Alzheimer. Grazie ad uno studio italiano
si sono potute evidenziare le progressive modificazioni che
subisce il corpo calloso del cervello nelle persone colpite da
forme iniziali di demenza (Mild Cognitive Impairment o Mci) e
successivamente da Alzheimer di grado lieve. Il corpo calloso e'
il fascio di sostanza bianca piu' grande presente nel cervello
umano e le fibre che lo compongono collegano formazioni corticali
dei due emisferi perlopiu' omologhe, cioe' con la stessa
funzione.
I risultati scientifici scaturiti da questa ricerca potranno
avere una ricaduta in ambito clinico, poiche' offrono la
possibilita' di avvalersi dell'osservazione del corpo calloso
come di un 'biomarker' del cambiamento cerebrale che avviene
durante tutto lo sviluppo dell'Alzheimer: dalla fase preclinica
(la Mci) a quella di demenza di grado lieve, fino a quella di
grado piu' severo. A coordinare la ricerca, pubblicata
sull'importante rivista internazionale Neurology, e' stata la
neuropsicologa Margherita Di Paola, giovane ricercatrice presso
il Laboratorio di Neurologia Clinica e Comportamentale dell'Irccs
Fondazione Santa Lucia di Roma e presso il dipartimento di
Medicina e Sanita' Pubblica della Facolta' di Medicina
dell'Universita' de L'Aquila. Al lavoro scientifico hanno
collaborato il dipartimento di Neuroscienze dell'Universita' di
Roma Tor Vergata e la Clinica della Memoria di due nosocomi della
Capitale: il San Camillo-Forlanini e il San Giovanni Addolorata.
Il progetto si e' svolto sotto la supervisione del professor
Carlo Caltagirone, direttore Scientifico della Fondazione Santa
Lucia, coadiuvato dal dottor Gianfranco Spalletta, psichiatra
dello stesso Istituto specializzato nella riabilitazione
neuromotoria. Da circa venti anni si studia con interesse il
corpo calloso nei soggetti affetti da Alzheimer, ma l'omogeneita'
dei pazienti e' stato un aspetto spesso trascurato nella
letteratura scientifica, a causa della difficolta' di recuperare
gruppi numerosi di individui caratterizzati dalla stessa fase
della malattia.
Proprio la suddivisione dei pazienti in gruppi omogenei e' stata
la premessa per mettere in luce la presenza di due processi di
degenerazione della sostanza bianca del corpo calloso,
individuando dove e come questo subisce cambiamenti durante il
corso della malattia.
In particolare, lo studio ha messo in evidenza una precoce
modificazione delle porzioni anteriori del corpo calloso nei
pazienti con Mci amnesico: questi soggetti presentano,
generalmente, una compromissione lieve della memoria, associata o
meno a quella di un'altra funzione cognitiva ma sempre senza
compromissione globale e con conservazione della capacita' di
condurre le attivita' della vita quotidiana.
Quando tale patologia evolve in malattia di Alzheimer di grado
lieve, avvengono modificazioni anche nelle porzioni posteriori
del corpo calloso. "Il cambiamento del corpo calloso- sottolinea
la dottoressa Margherita Di Paola- e' una caratteristica
misurabile e valutabile obiettivamente. Tale misura puo' fornire
informazioni riferibili a processi biologici normali o alla
presenza di processi patogeni, ad un costo relativamente
contenuto, quello di una risonanza magnetica, esame ormai entrato
appieno nella routine diagnostica".
(Wel/ Dire)