(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 apr. - La proteina
anti-cancro non lavora da sola. Una ricerca portata avanti
Laboratorio Nazionale del Consorizio Interuniversitario per le
Biotecnologie (LNCIB) e l'Universita' di Trieste dimostra che una
proteina, la GTPBP4, se inibita, interagisce con la p53
attivandola e, per cui, bloccando lo sviluppo cellulare.
La proteina p53 risulta alterata in piu' della meta' dei tumori,
e il suo funzionamento e' strettamente collegato all'attivita' di
altre proteine, formando una vera e propria rete: una conoscenza
approfondita di tali interazioni si rivela per cui essenziale per
un efficace indirizzamento degli studi verso il debellamento
definitivo della malattia.
I ricercatori hanno utilizzato per il loro studio il moscerino
della frutta (Drosophila Melanogaster), che presenta un numero
ridotto di geni: soprattutto ha un gene p53 molto simile a quello
dal quale deriva quello dell'essere umano.
Analizzando il 70% delle proteine della Drosophila gli
studiosi hanno scoperto varie proteine interagenti con la p53,
poi hanno usato questa lista come filo guida per potersi
confrontare con quelle presenti nel genere umano, scoprendo che
durante l'evoluzione quasi tutte queste proteine avevano
mantenuto i link.
(Wel/ Dire)