(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 set. - La depressione negli
anziani ha una componente genetica. Questo il risultato di un
importante studio realizzato dall'equipe di Geriatria
dell'ospedale San Gerardo di Monza guidata dal professor Giorgio
Annoni, direttore della cattedra e della Scuola di
Specializzazione di Geriatria dell'Universita' di Milano-Bicocca.
La ricerca e' stata pubblicata sull'ultimo numero
dell'International journal of geriatric psychiatry, una delle
piu' prestigiose riviste scientifiche internazionali. Dallo
studio e' emerso che negli anziani la depressione ha anche una
componente di predisposizione genetica che puo' contribuire a
determinare uno sbilanciamento tra le citochine, particolari
molecole proteiche responsabili della risposta infiammatoria.
Lo studio, durato sei mesi, ha coinvolto un centinaio di
pazienti, con eta' media di circa 80 anni, seguiti presso
l'ambulatorio di psicogeriatria del San Gerardo. Al termine e'
emerso che la depressione deriva non solo dall'interazione
dell'anziano con l'esterno (per esempio isolamento famigliare,
sociale, difficolta' economiche, emarginazione, sensazione di
inutilita'...) ma anche da una predisposizione genetica a livello
delle citochine.
"Abbiamo notato un'interessante variabile presente nell'84 per
cento dei nostri pazienti depressi- ha spiegato il professor
Annoni- e' a carico del gene Tnf-alfa e si traduce in un rischio
piu' che doppio di sviluppare la depressione rispetto a quelle
persone che non ne sono portatrici".
La scoperta dell'equipe del professor Annoni e che apre
potenziali nuove frontiere nella cura della depressione. "E' una
patologia molto diffusa tra gli anziani, circa il dieci per cento
ne e' colpito- ha aggiunto il primario- Una patologia che poi,
negli ultra 65enni e' difficilmente diagnosticabile perche' i
sintomi (per esempio stanchezza, perdita di peso e di iniziativa)
si confondono spesso con quelli di altre malattie geriatriche".
(Wel/ Dire)