SALUTE. CHIRURGIA DEL DIABETE, DEBUTTO IN 21 OSPEDALI ITALIANI
"GUARIRE DALLA MALATTIA È POSSIBILE, BASTA UN INTERVENTO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - Basta con insulina e
farmaci: in ventuno ospedali italiani parte la chirurgia del
diabete. Si tratta di una vera rivoluzione nel trattamento della
malattia, finora considerata inguaribile: guarire, invece, e'
possibile, e basta un intervento chirurgico. Dai primi giorni di
ottobre prendera' il via il primo studio multicentrico al mondo
con un protocollo messo a punto da due figure di riferimento a
livello internazionale in ambito chirurgico e di diabetologia, il
professor Nicola Scopinaro, padre mondiale della chirurgia
bariatrica, e il professor Ele Ferrannini, ordinario di
Endocrinologia all'Universita' di Pisa.
"Scopo del protocollo multicentrico proposto e' dimostrare in
via definitiva all'Italia e al mondo l'enorme superiorita' della
terapia chirurgica su quella medica in un grande numero di
diabetici, sia obesi che non- annuncia il professor Scopinaro- ma
anche di cominciare a guarire pazienti in tutto il Paese. Dal
giorno successivo all'intervento, infatti, il 'post-diabetico',
una figura che non era mai esistita prima d'ora, non deve piu'
sottoporsi alle iniezioni di insulina ne' assumere alcun farmaco.
Tutti i valori, infatti- assicura Scopinaro- a partire dal
livello di glicemia, ritornano in breve alla normalita'. E si
evitano le gravi complicazioni cardiovascolari, renali,
oculistiche, oltre alle possibili amputazioni degli arti
inferiori".
Secondo quanto aggiunge il professor Antonio Pontiroli,
diabetologo e ordinario di Medicina Interna dell'Universita' di
Milano, "uno studio delle Universita' di Genova e di Milano,
pubblicato a luglio 2009 su Cardiovascular Diabetology conferma
la superiorita' della chirurgia bariatrica rispetto alle diete
nella perdita di peso, nella guarigione da diabete e sindrome
metabolica e nella diminuzione del rischio cardiovascolare".
Lo Studio multicentrico, il primo al mondo, prospettico,
randomizzato a due bracci e controllato, sara' coordinato dalla
Divisione di Chirurgia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria San
Martino di Genova, diretta dal professor Scopinaro. Nei ventidue
centri specializzati selezionati, cento pazienti verranno
sottoposti a diversione biliopancreatica e altrettanti a bypass
gastrico. Una volta operati, verranno monitorati costantemente
per cinque anni. Il loro stato di salute verra' confrontato con
quello di altri cento diabetici che, essendo stati assegnati a
caso alla tradizionale terapia medica, appartengono di fatto alla
stessa popolazione dei pazienti operati. A questi ultimi dopo un
anno verra' consentito di scegliere se operarsi oppure proseguire
il trattamento farmacologico.
Lo studio coinvolgera', quindi, complessivamente 300 pazienti,
e consentira' di valutare con estrema accuratezza il differente
effetto della terapia chirurgica contro quella medica. Infine, a
ogni paziente operato (dunque 200) verra' affiancato un paziente
dello stesso sesso e piu' simile possibile per eta', Bmi, durata
del diabete e presenza di complicazioni al soggetto operato.
Questi ultimi 200 pazienti costituiranno il gruppo di controllo,
destinato a essere confrontato con gli operati per tutti i cinque
anni dello studio, fornendo dati su mortalita' e morbilita' a
lungo termine nei pazienti medici e in quelli chirurgici.
Sulla base dei dati dell'Associazione Medici Diabetologi e
della Societa' Italiana di Diabetologia, circa un milione di
pazienti con diabete di tipo 2, insufficientemente controllati
con la terapia medica, possono essere considerati arruolabili per
la diversione biliopancreatica (Bmi 25-35), mentre circa 500.000
per il bypass gastrico (Bmi 30-35), il quale, provocando
obbligatoriamente perdita di peso, non puo' essere utilizzato nei
pazienti con semplice sovrappeso. Considerando anche i diabetici
grandi obesi, che da sempre vengono sottoposti a chirurgia
bariatrica con risoluzione del diabete, il numero aumenterebbe
ancora.
(Wel/ Dire)
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