(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - Ogni anno in Italia si verificano 38 mila nuovi casi di tumore al seno. Dalle ottomila alle diecimila donne si ammalano di tumori particolarmente aggressivi. L'errore diagnostico oscilla fra il 20 e il 40 per cento. Identificare l'HER2, importante fattore prognostico e predittivo di risposta al trattamento, consente di ridurlo al 5%. La prevenzione, infatti, rappresenta il modo migliore per vincere il tumore, sottoponendosi allo screening e riducendo i fattori di rischio. Proprio a questo proposito, sono state presentate a Firenze, durante l'ultimo Congresso Aiom, le nuove linee guida di oncologi e patologi per ridurre del 5% l'errore nella diagnosi del tumore al seno. Il documento e' stato preparato dalla Societa' italiana di anatomia patologica e citopatologia diagnostica (Siapec) e dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). "L'attivita' del nostro gruppo di lavoro- spiega Vincenzo Adamo, direttore del dipartimento di Oncologia medica del policlinico di Messina- e' iniziata tre anni fa. L'obiettivo era determinare con la maggiore accuratezza possibile la positivita' per l'HER2, una proteina prodotta da un gene che nel 20% dei casi manifestano le donne che contraggono il tumore al seno". Secondo le nuove linee guida, infatti, e' soltanto con un referto accurato, che identifichi sia le caratteristiche biologiche delle cellule neoplastiche sia la presenza di questo marcatore, che diventa possibile offrire una terapia personalizzata alla paziente. "Se non c'e' una familiarita'- raccomanda la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano- le prime visite vanno fatte intorno ai trent'anni e ripetute annualmente fino ai 40 anni. Soltanto se insorgono dubbi e' necessaria un'ecografia o, eventualmente, una mammografia". Questa tecnica di screening e' attualmente il metodo piu' efficace per la diagnosi precoce. Per questa ragione e' consigliato ripeterla dopo i 40 anni con cadenza annuale. Soltanto cosi' si possono evitare i cosiddetti tumori 'di intervallo', ovvero quelli che compaiono tra una mammografia e l'altra. Nel caso in cui, infatti, insorga questo tipo di carcinoma e la donna ripeta l'esame dopo due anni perche' tranquilla, puo' accadere che la diagnosi arrivi quando ormai il tumore al seno e' in un stadio troppo avanzato. (Wel/ Dire)