(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 29 ott. - Trascorrere una giornata in una corsia dell'ospedale San Salvatore de L'Aquila in questi giorni e' un'esperienza "forte": lettini appoggiati un po' dove capita, stanze al completo, chirurghi che rimbalzano fra i degenti e la camera operatoria, infermiere solerti ma evidentemente provate dallo sconvolgimento del proprio lavoro, sale d'attesa affollate in qualsiasi orario. Sono ancora tutte da valutare le conseguenze del sisma di aprile nella sanita' aquilana, che 206 giorni dopo non ha ancora un laboratorio delle analisi e, come ha ricordato il sindaco Massimo Cialente in un recente incontro con i sindaci dei comuni del cratere, "per fare una urino-coltura bisogna mandare le analisi a Teramo". I lavori per il recupero della struttura sono in ritardo rispetto alla tabella di marcia e nessuno capisce bene il perche'. Ad oggi sono circa 180 i posti letto a disposizione contro i 450 di prima, 100 al San Salvatore e un'ottantina a Villa Letizia, clinica privata a pochi chilometri dall'ospedale, il cui affitto costa caro alla Asl aquilana, e quindi alla gia' provata sanita' abruzzese: "500 mila euro al mese, da giugno, ma ad oggi sembra il canone sia sceso", fanno sapere dall'ufficio stampa della Asl aquilana. CINQUE IN TUTTO LE SALE OPERATORIE DISPONIBILI, a fronte delle 8 ultra accessoriate utilizzate dai sanitari nel pre-sisma: due nella struttura del San Salvatore, una nell'ospedale da campo del G8 -"che nessun chirurgo utilizza con piacere perche' non conforme nelle dimensioni alle normative", chiariscono fonti mediche-, e due a Villa Letizia: e' li' che si fanno interventi programmati cercando di lasciare le strutture del San Salvatore piu' libere possibili per i casi urgenti. Il personale e' tutto in servizio, tranne pochissimi casi di persone che hanno chiesto di poter lavorare in strutture sanitarie della costa. Non ci sono stati licenziamenti, solo nell'indotto dei servizi alcune ditte hanno dovuto ricorrere alla turnazione e a una minima cassa integrazione per far fronte alla riduzione del lavoro. LA SITUAZIONE DEGLI OPERATORI SANITARI e' difficilissima: le strutture e gli spazi non sono evidentemente adatti al lavoro di cura e ogni giorno vengono recapitati alla Asl almeno 50 certificati medici di infermieri, tecnici, medici, ausiliari e amministrativi del San Salvatore", denuncia la Cisl attraverso il suo segretario regionale, Gianfranco Giorgi, che, raggiunto telefonicamente afferma: "Esistono ancora reparti e divisioni mediche costrette a operare in condizioni precarie, nei container. Una parte del pronto soccorso e' dislocata sotto una tenda, dove giorni fa sono stati registrati appena 4 gradi durane la notte. Il laboratorio analisi lavora in un piccolo container; centralino e direzione sanitaria sono sotto le tende, come molti altri uffici amministrativi e servizi. Non parliamo poi delle condizioni dell'obitorio: le salme, solo per dirne una, vengono composte sotto una tenda. La mensa e' quasi 'inesistente': i cibi sono congelati e poi riscaldati al momento. L'Aquila- conclude Giorgi- corre il rischio di veder di molto ridimensionato il suo ospedale e questa sarebbe una perdita molto, troppo grave".(Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)