(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 ott. - "Il Governo recentemente ha invitato il commissario Marrazzo a varare il Piano sanitario dentro cui ci deve essere un piano di razionalizzazione della rete ospedaliera. Questo era stato presentato in un primo momento, poi ritirato, ora si parla di un altro Piano. Certo e' che nei prossimi giorni il tavolo tecnico Stato-Regioni dovra' esaminare la nuova proposta e se non sara' ancora una volta condivisa, dallo stesso tavolo tecnico verranno purtroppo bloccate alcune risorse che sono collegate al percorso virtuoso del Piano, con il pericolo di un collasso finanziario della sanita' laziale". Lo ha detto il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, rispondendo al Question time in Aula. In precedenza Sacconi aveva spiegato che nel Lazio "nel 2008 si era registrato un disavanzo rispetto alle risorse del fondo sanitario nazionale di oltre un miliardo e mezzo di euro. Risorse solo in parte coperte da altre risorse del bilancio regionale per 264 milioni di euro e da un aumento dell'Irpef e dell'Irap, che incidono sulla popolazione e sulle imprese, per 903 milioni di euro". Aggiungendo poi "un fondo transitorio, risorse aggiuntive che sono date in relazione ad un Piano di rientro virtuoso, se c'e', per 321 milioni. E ancora- ha aggiunto il ministro- nel 2009 si stima, oltre a un residuo di 75 milioni non coperti nel 2008, un fabbisogno di 332 milioni al netto di quelle risorse provienti da imposte, fondo aggiuntivo straordinario e da un po' di risorse regionali". Sacconi ha poi sottolineato per l'ennesima volta che "la qualita' del servizio sanitario nel Lazio non e' delle migliori, come varie analisi hanno dimostrato. Mi limito a ricordare- ha spiegato- che la caratteristica di questo servizio, tutto concentrato sulla funzione ospedaliera, vede una debolissima presenza di servizi di carattere territoriale, come ad esempio i servizi per persone non autosufficienti, lontani dagli standard di regioni virtuose in questo senso come il Veneto. Come a dire che si spende di piu' e si da' di meno". (Wel/ Dire)