(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 ott. - "Un piatto di pasta sulla tavola di ogni famiglia". E' l'ambizioso obiettivo che la XII Giornata Mondiale della Pasta 2009 lancia, proprio dalla patria del fast food e delle diete low-carb. E, mentre in Italia i consumi tornano a crescere (+2%), oltreoceano Barack Obama e signora - e decine di star di Hollywood - si dichiarano fan della pasta e lanciano una nuova tendenza. Da vivere in uno dei 15 mila ristoranti italiani degli States o a casa in compagnia, visto che negli Usa una cena per quattro a base di pasta al pomodoro costa meno di un Big Mac. Sono passati 220 anni da quando Thomas Jefferson ha 'portato' la pasta negli Stati Uniti, facendosi spedire da Napoli un torchio per fare i maccheroni. E 161 dall'apertura della prima fabbrica di pasta a Brooklyn, ad opera di un emigrato italiano che si era trasferito in Francia. A chiudere idealmente il cerchio e rinsaldare questo antico legame, il 26 ottobre, lunedi' prossimo, torna a New York City il 'World Pasta Day 2009', la manifestazione che da 12 anni celebra in tutto il mondo le virtu' dell'alimento simbolo della dieta mediterranea, ma ormai di casa nelle cucine dei cinque continenti. Sbarcata oltreoceano assieme agli immigrati italiani, oggi la pasta in America rappresenta un'industria fiorente, la seconda al mondo dopo l'Italia per volumi prodotti, con 2 milioni di tonnellate. Ma, soprattutto, costituisce una gustosa e sana consuetudine per oltre 230 milioni di americani (il 77% dei cittadini USA, vedi Focus 1 'La pasta in America'), che mangiano spaghetti e maccheroni almeno una volta a settimana. Primi fra tutti, i vip di Hollywood, tutti in coda nei migliori tra i 15 mila ristoranti italiani d'America, o pronti a seguire l'ultima moda di 'noleggiare' un cuoco italiano per cene speciali a domicilio. Insomma, qualcosa si muove anche nella cosiddetta 'fast food nation'. Ma ancora non basta, se e' vero che, secondo l'ultimo rapporto del ministero della Sanita' americano, il 34% della popolazione adulta degli States e' obeso (contro l'8% dell'Italia), il 32,7% e' sovrappeso e c'e' un preoccupante 6% gravemente obeso. Per questo il tema della '12ma Giornata Mondiale della Pasta', organizzata dall'Ipo (International Pasta Organisation) assieme alla Oldways Preservation Trust, sara' 'Piatti a base di pasta sulla tavola di ogni famiglia', e presentera' tutti i plus di un alimento che fa bene sia alla salute che al portafoglio: dai vantaggi dei carboidrati 'buoni', per una sana alimentazione quotidiana, al primato della dieta mediterranea rispetto alla filosofia del fast food, senza trascurare i benefici economici dovuti al basso impatto sul bilancio familiare. Gli Stati Uniti, con 9 chilogrammi pro capite, quasi 1,5 miliardi di confezioni di pasta secca vendute nella grande distribuzione e un mercato stimato in 6,4 miliardi di dollari, nel 2008 raggiungono la Svezia al sesto posto di questa speciale classifica. In particolare, secondo i dati Nielsen, i consumi fanno registrare un incoraggiante +0,4%. Una buona notizia, dopo un quadriennio in cui la pasta aveva fatto registrare valori di segno negativo dell'1-2% annuo, riconducibili, per la National Pasta Association, al boom delle diete iperproteiche (che, a giudicare da questa inversione di tendenza, si stanno rivelando poco piu' di una moda passeggera). Al di la' dei numeri, diversi indizi lasciano intravedere oggi l'inizio di una stagione gourmande per la pasta negli Usa: finiti i tempi degli improbabili chef televisivi che proponevano paste collose, oggi la pasta e' presente nel 95% dei ristoranti americani, viene sdoganata in vari articoli perfino sul mitico 'New York Times' ed e' adorata da decine di star hollywoodiane. Che si improvvisano chef, non esitano ad 'affittare' un personal pasta chef per rendere le occasioni speciali ancor piu' speciali. Mentre altri, vip e non, preferiscono seguire l'esempio di Barack e Michelle Obama (che adorano gli stringozzi alla carbonara 'chic' del ristorante 'La Spiaggia' di Chicago), scegliendo di andare in uno dei 15 mila ristoranti italiani sparsi negli States, che oggi presentano un'offerta gastronomica sempre piu' legata al recupero della nostra identita' regionale. (Wel/ Dire)