(DIRE - Notiziario Sanita') Palermo, 20 ott. - Protesta accesa venerdi' mattina a Palermo dei familiari dei malati di Alzheimer assistiti al Cei, il centro educativo per i malati di Alzheimer; sono esasperati, non ce la fanno piu' a sostenere l'ennesima scadenza della convenzione che garantiva l'assistenza al Cei per i loro parenti. Venerdi' la loro intenzione era quella di lasciare lo stesso i loro malati all'interno del centro. La situazione si e' calmata in parte solo dopo l'intervento sul posto di una pattuglia di carabinieri. "La situazione per noi operatori e' diventata ormai insostenibile. Mi dispiace per i familiari ma non siamo nelle condizioni di potere fare volontariato- dice Giovanna Cardinale, educatrice del Cea-. Da diverso tempo ci sentiamo ormai presi in giro dalle istituzioni che conoscono bene il problema". "Le necessita' dei malati e delle relative famiglie sono enormi. A nulla servono gli interventi delle associazioni di volontariato che sono purtroppo boicottate dalle stesse istituzioni- sottolinea Gaetano Lisciandra presidente del Cea-. Sono stanco di partecipare ad incontri tecnici e convegni che non portano a nulla. Mentre si parla di costruire grandi navi si lascia naufragare la barchetta per una piccola falla, lasciando indifferentemente affogare quelli che la occupano. Ricordo quello che mi disse tempo fa un famoso magistrato: 'In Sicilia non esistono diritti e doveri ma favori e doveri'". Le testimonianze dei familiari, che vivono ogni giorno con il malato di Alzheimer, sono tutte molto drammatiche. "Non reggo piu' neanche fisicamente perche' sono stata operata di cancro- si sfoga Graziella Salvaggio-. Per seguire la malattia di mio marito ho perso 15 chili e, se continua cosi', andra' a finire che mi ricovero prima di mio marito". "C'e' anche il caso urgente- dicono gli operatori di un malato che vive insieme al nipote con la sclerosi multipla- In questo caso ad assisterli c'e' solo la badante. C'e' pure una donna di 70 anni che, gravemente provata dalla situazione, e' svenuta; la signora, essendo in lista d'attesa all'Ismett per un trapianto di fegato, non si puo' neanche sottoporre agli accertamenti sanitari perche' non puo' lasciare il marito solo. Si tratta di gente che necessita di questo servizio di assistenza diurno perche', avendo redditi molto bassi, non ha altre alternative". Tante sono state le scene di esasperazione dei familiari che, come dicono in coro, "si sentono lentamente e gradualmente logorati psicologicamente da questo stato di cose". I carabinieri, dopo avere preso atto della situazione, hanno verbalizzato la protesta segnalando il problema alle istituzioni competenti. Il presidente Gaetano Lisciandra ha inviato, da tempo, diverse lettere all'assessorato regionale alla Sanita', ribadendo l'applicazione delle normative previste finalizzate a rispondere tempestivamente a questa situazione. L'Art. 25 della legge regionale n. 19 del 2005 stabilisce che 'Per le finalita' di assistenza dei malati di Alzheimer, l'assessore regionale alla Sanita' attribuisce alle Aziende unita' sanitarie locali una quota vincolata pari ad almeno l'1% dell'assegnazione finanziaria di ogni Asp. "Una struttura come quella nostra non puo' vivere dell'elemosina delle istituzioni proprio per l'eccellente servizio di assistenza che fornisce- aveva sostenuto Lisciandra lo scorso settembre-. Sappiamo che i soldi ci sono, il piano e le leggi pure ma nessuno si muove e noi moriamo di fame. Fra poco scade la convenzione e non sappiamo cosa fare per dare continuita' al nostro operato. Nessuno sa cosa succedera'". (Wel/ Dire)