(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 15 ott. - Il sommarsi di diversi i fattori ha fatto si' che la crisi attuale fosse particolarmente devastante per le famiglie povere dei paesi in via di sviluppo. Lo denuncia il rapporto pubblicato ieri dalla Fao (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione) e dal Pam (il Programma alimentare mondiale). I motivi: la crisi si e' abbattuta simultaneamente in tutto il mondo, questo ha ridotto la possibilita' di ricorrere a meccanismi tradizionali di difesa come la svalutazione, il credito, la richiesta di aiuti ufficiali allo sviluppo o le rimesse degli emigranti. Secondo, la crisi economica e' arrivata dopo una crisi alimentare che aveva gia' messo a dura prova tutte le strategie di sopravvivenza dei poveri, esponendo i piu' vulnerabili all'insicurezza alimentare in un momento di grande debolezza. Dovendo fare i conti con il rialzo dei prezzi alimentari a livello nazionale, con la diminuzione dei redditi e dell'occupazione, con la riduzione del consumo alimentare e con il taglio delle spese per beni essenziali come la salute e l'istruzione, queste famiglie rischiano di affossarsi sempre piu' nell'indigenza e di cadere nel circolo vizioso fame-poverta'. Il terzo fattore che differenzia questa crisi dalle precedenti e' che i paesi in via di sviluppo sono oggi molto piu' integrati, sia dal punto di vista finanziario che commerciale, nell'economia mondiale rispetto per esempio a soli 20 anni fa. Questo li rende molto piu' vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati internazionali. Molti paesi hanno subito cali generalizzati nei propri flussi finanziari e commerciali, e hanno assistito a una caduta verticale delle entrate da esportazioni, degli investimenti esteri, degli aiuti allo sviluppo e delle rimesse in denaro. Questo non solo riduce le opportunita' di occupazione, ma riduce anche il denaro a disposizione dei governi per programmi a sostegno della crescita e di appoggio a coloro che hanno maggiore bisogno. Il rapporto fa notare come, ad esempio, le 17 economie piu' importanti dell'America Latina nel 2007 hanno ricevuto 184 miliardi di dollari in entrate finanziarie, cifra che si e' circa dimezzata nel 2008, con 89 miliardi di dollari e si prevede diminuira' ulteriormente nel 2009, con 44 miliardi di dollari. Questo si traduce nella riduzione del consumo alimentare, e per alcuni paesi a basso reddito con deficit alimentare, nella diminuzione delle tanto necessarie importazioni alimentari e di altri beni importanti come medicine ed attrezzature mediche. Il rapporto cita studi di casi condotti dal Pam in cinque paesi - Armenia, Bangladesh, Ghana, Nicaragua e Zambia - che mostrano come le famiglie siano colpite dal calo delle rimesse estere e da altri effetti della crisi economica e come i governi rispondano alla crisi mediante investimenti in agricoltura, nelle infrastrutture e nell'espansione delle reti di protezione sociale. Questi interventi contribuiranno a salvare vite e famiglie, ma data la gravita' della crisi, sara' necessario fare molto di piu'. La Fao e il Pam continuano a sostenere l'approccio del doppio binario per far fronte, nel breve periodo, alle situazioni di fame acuta provocata dall'improvvisa scarsezza di alimenti, e nel lungo periodo, alla fame cronica sintomatica di situazioni di poverta' estrema, per avere soluzioni durature. "I piccoli contadini devono avere accesso a sementi di alta qualita', ai fertilizzanti, al foraggio e a tecnologie per poter incrementare la produzione e la produttivita'", ha detto Diouf. "I loro governi necessitano di strumenti economici e politici per garantire che i loro settori agricoli siano piu' produttivi e piu' resistenti alle crisi". (Wel/ Dire)