CRITICHE ALLA PROCURA DOPO INCRIMINAZIONE MEDICO AYURVEDICO.
(DIRE - Notiziario Sanita) Bologna, 13 ott. - "Qualunque medico
accetta che si possa verificare l'evento morte, qualunque mezzo
terapeutico adotti". Il Comitato permanente di consenso per le
medicine non convenzionali in Italia prende posizione in difesa
di Guido Sartori, il medico ayurvedico per cui la Procura di
Bologna ha chiesto due settimane fa il rinvio a giudizio con
l'accusa di omicidio volontario per la morte di un bambino di sei
anni affetto da fibrosi cistica che lo specialista aveva in cura.
Il Comitato, coordinato da Antonella Ronchi, scende in campo per
difendere Sartori e attaccare la scelta della Procura di Bologna:
lo fa con una dura nota, che l'Ordine dei medici di Bologna ha
rilanciato pubblicandola sul suo sito, come fa sapere il
presidente dell'Ordine, Giancarlo Pizza.
Rifacendosi alla formula del 'dolo eventuale' richiamata dalla
Procura (ovvero che Sartori, sospendendo la terapia tradizionale,
abbia accettato il rischio che il bambino morisse), il Comitato
di consenso per le medicine non convenzionali lancia questo
messaggio: qualunque medico, in realta', accetta il rischio morte
per il suo paziente, con qualunque terapia lo stia curando. E,
"se il medico che non e' in grado di assicurare la sopravvivenza
fosse incriminabile per omicidio volontario, arriveremmo al
paradosso che i sanitari dovrebbero rifiutarsi di prestare cura
al paziente per evitare di essere messi sotto accusa". A maggior
ragione dal momento che "e' esperienza comune che buona parte
delle persone affette da cancro muoiano della malattia". Quindi
la critica ai magistrati: "La trasformazione del capo d'accusa in
omicidio volontario sottintende la valutazione che in medicina si
possano proporre scelte nette, tra una medicina efficace e sicura
e altri approcci vaghi e inaffidabili. La realta' non e' questa".
Per Ronchi, infatti, "la medicina non da' verita' definitive e
verdetti indiscutibili, ma esprime la ricerca umile e partecipata
del migliore strumento per il singolo paziente che al medico si
rivolge".
Nel singolo caso in esame, il Comitato permanente non entra
nel merito ("sara' da valutare quale fosse la situazione del
piccolo paziente e quale beneficio avesse tratto dalla terapia
convenzionale, quale fosse le sua prognosi nel momento in cui fu
consultato il medico ayurvedico"). Ronchi pero' si dice
"confortata" dall'aver saputo che "l'Ordine dei Medici di Bologna
non ha ravvisato nel comportamento del medico elementi
censurabili ed ha archiviato il caso".
Quanto alla medicina ayuverdica di cui Sartori e' specialista,
Ronchi scrive: "E' un antico sistema medico che fa parte della
tradizione indiana e che proprio in India affianca, con pari
dignita', la Medicina Convenzionale e la Medicina Omeopatica nel
Sistema sanitario". E infine, sottolinea ancora la coordinatrice
del Comitato permanente di consenso per le medicine non
convenzionali, "qualunque Medicina non convenzionale in Italia
viene praticata all'interno di un contesto medico di garanzia, e
all'interno di un piu' ampio piano di cura, che includa la
conoscenza di diagnosi, prognosi e terapie mediche convenzionali".
(Wel/ Dire)