DENUNCIA DELL'INAS-CISL: 'IN ITALIA 300 MILA A RISCHIO'.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 ott. - Si chiama silice
cristallina libera ed e' un minerale inorganico molto diffuso in
natura che, secondo gli esperti metta a rischio la vita di
centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto quelli impiegati
nell'edilizia, nell'industria vetraria e nella lavorazione delle
piastrelle. Per l'Inas-Cisl, che ha sottolineato il problema in
una video inchiesta realizzata per il suo sessantesimo
anniversario, il pericolo silice e' paragonabile a quello
dell'amianto. Ne sarebbero coinvolti circa 300 mila lavoratori in
Italia, ma il rischio e' ancora ampiamente sottovalutato, anche
se dal 1997 lo Iarc (l'agenzia internazionale per la ricerca sul
cancro) ha classificato questo agente come cancerogeno certo per
l'uomo.
Nel 2002 e' nato in Italia un osservatorio, il Nis (network
italiano silice), per monitorare il problema. Secondo Angelo
Giovanazzi, a capo del Nis, anche se la soglia minima consentita
di silice e' di 0,025 mg per metro cubo, questo standard non e'
quasi mai rispettato in molte lavorazioni e piu' del 40% dei
lavoratori esposti a questo rischio si trova nelle costruzioni.
Tra le altre storie presentate nella videoinchiesta "Mani
consumate", il caso delle cucitrici del distretto della poltrona
tra Bari e Matera, affette nella maggior parte dei casi da
patologie del tunnel carpale. Le mansioni richieste da questo
settore richiedono, infatti, un sovraccarico degli arti superiori.
"Il benessere dell' industria salotti ha lasciato pesanti
strascichi sulla salute delle persone- denuncia la Cisl- puo'
bastare un indennizzo a ripagare cio' che il lavoro ha tolto per
sempre a queste donne?".
(Wel/ Dire)