SANITÀ. BOLOGNA, UN PIANO PER IL PRONTO SOCCORSO DEL MAGGIORE
IMPEGNO DELLA PROVINCIA. PDL, LEGA, UDC ALL'ATTACCO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 6 ott. - Un piano, sviluppato su tre direttrici, che la direzione dell'ospedale Maggiore di Bologna dovra' presentare entro pochi giorni alla Conferenza provinciale socio-sanitaria e all'assorato alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna per far calare i tempi di attesa al pronto soccorso. Lo ha spiegato l'assessore provinciale alla Sanita', Giuliano Barigazzi, rispondendo ieri a Palazzo Malvezzi, ad un'interrogazione effettuata in Consiglio da Giovanni Leporati (Pdl) sui "tempi di attesa sconcertanti" registrati al Maggiore. Tempi talmente preoccupanti che Leporati non esita a consigliare a Barigazzi: "Si travesta e vada a vedere che succede". L'assessore, dal canto suo, replica: "Meglio fare politica che travestirsi da pagliaccio", ricordando come negli anni "la politica in generale e il sottoscritto non hanno solo verificato e controllato, ma anche pianificato". Detto questo, Barigazzi ammette la situazione di "disagio e sofferenza" registrata al pronto soccorso del Maggiore e spiega di aver chiesto alla direzione dell'ospedale, nelle vesti di presidente della Conferenza socio-sanitaria, di presentare entro venerdi' un piano articolato su tre elementi: logistica, organizzazione (in particolare per quanto riguarda la radiologia) e separazione dei percorsi per chi ha bisogno di visite di pronto soccorso oppure di controllo. Un piano, aggiunge Barigazzi, a cui dovra' essere affiancata una valutazione sull'organico da effettuare anche con i sindacati. Ma l'opposizione picchia duro sulla sanita'. In Comune. Manes Bernardini, consigliere e segretario della Lega Nord in citta', afferma che oggi "la carta di identita' che mostra l'ospedale Maggiore non testimonia un servizio efficiente e di qualita'. Non per colpa di presta l'attivita' al Pronto soccorso", ma per scelte sbagliate su organici, spazi, e per la chiusura del Pronto soccorso ortopedico notturno del Rizzoli. Quindi la Lega chiede che si affronti subito la situazione perche' "ogni giorno di ritardo puo' essere un giorno di pericolo in piu'". Corrado Melega, consigliere del Pd, invece invita a capire c come mai gli accessi al Pronto soccorso aumentino nonostante il presidio notturno non ci sia piu' ("C'e' qualcosa che non funziona"). Melega riconosce che la situazione del Pronto soccorso "e' un problema e riguarda tutta la sanita' regionale": e' una difficolta' che risale a "problemi organizzativi, ma non si deve dimenticare che la Finanziaria 2009 ha limitato fondi al servizio sanitario nazionale" con una riduzione fino a sette miliardi di euro "e questo si riflette sull'organizzazione sanitaria anche in Regioni virtuose". Inoltre, afferma ancora il democratico, se per capire come funzionano i servizi sanitari, "si vanno a intervistare persone preoccupate ed esasperate e che pensano che i loro problemi siano piu' importanti di quelli degli altri le risposte non saranno rassicuranti". E comunque, "al pronto soccorso si aspetta 5-6 ore ma si esce con una serie di esami che in tempi normali si sarebbero fatti in molti giorni di girovagare tra medici e prenotazioni". In ogni caso, sarebbe utile spiegare alla gente che i codici rossi e gialli richiedono tempi d'attesa consistenti, suggerisce il democratico. "E' vero che la sanita' bolognese ha le sue eccellenze, ma non si puo' negare che stia perdendo terreno", incalza a sua volta la guazzalochiana Maria Cristina Marri, segretario dell'Udc. La consigliera nutre dei dubbi su alcune riorganizzazioni dei servizi "ma non so che cosa ne pensa il nostro sindaco che si e' tenuto la delega" alla sanita', "per cui credo sia importante cominciare a riflettere e parlare". Marri punta il dito sull'offerta di tac e risonanze magnetiche, dicendo che alcune apparecchiature "sono state messe in soffitta" e ora le prestazioni sono meno di quelle che potrebbero essere. E sui Pronto soccorsi rileva che i ticket per i codici bianchi non e' bastato a cancellare gli accessi impropri. Ma l'insieme dei problemi, secondo la guazzalochiana, e' piu' vasto e quindi, "prima che i direttori delle aziende diano gli indirizzi (entro la fine di ottobre, ndr) rispetto a come vogliono organizzare i servizi rispetto alle linee della Regione", annuncia che chiedera' un Consiglio comunale straordinario per capire se le scelte che saranno fatte "vanno nella direzione delle esigenze dei cittadini". (Wel/ Dire)
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