(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 1 ott. - "Nessuna promessa mancata: sono ancora disponibile a proporre il ripristino del Fondo nazionale per la lotta alla droga e anche la destinazione di una quota del Fondo sanitario nazionale, che puo' essere tra l'1 e il 2%, per la cure delle tossicodipendenze. Il problema e' che cio' puo' essere fatto solo con l'accordo delle Regioni. E negli ultimi tempi il confronto tra il governo e la conferenza Stato-Regioni e' andato spesso deserto". Cosi' il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, risponde alle accuse di Arcangelo Alfano, referente tecnico della Commissione Salute del gruppo interregionale droghe della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. "Dopo la modifica del Titolo V della Costituzione- ha spiegato Giovanardi- sarebbe improponibile istituire un Fondo nazionale o un provvedimento sul Fondo sanitario senza che le regioni dichiarino preventivamente di non impugnarlo. Oggi infatti e' tutta loro la competenza in materia. Per quanto mi riguarda confermo quanto detto a Trieste, ma tocca alle regioni manifestare disponibilita'". Sembra pero' che, dopo Trieste, le regioni si stiano sempre piu' disimpegnando anche dal confronto tecnico con il Dipartimento antidroga: ad esempio, alle riunioni della Consulta degli esperti sulle tossicodipendenze si registra ultimamente una presenza dei loro rappresentanti molto scarsa e spesso nulla. "E' vero - ha riconosciuto Giovanardi - ma non credo sia per colpa nostra. Noi abbiamo sempre dichiarato la massima apertura al dialogo, ma anche che vogliamo avere rapporti diretti con le singole regioni per entrare nei singoli problemi, che spesso sono radicalmente diversi da una all'altra. Cio' che viene chiesto e' invece che dobbiamo avere un solo referente con cui parlare in rappresentanza di tutte le regioni. In questo modo non si possono risolvere davvero le varie questioni nel dettaglio". (Wel/ Dire)