(DIRE - Notiziario Sanita') Nairobi, 26 nov. - Operatori umanitari e medici hanno dichiarato che nel mese scorso sono stati registrati centinaia di casi di kala azar (anche nota come leishmaniosi viscerale), una malattia parassitaria trasmessa attraverso la mosca della sabbia. "Il numero ci ha sorpreso, ma stiamo curando quelli che riceviamo" ha detto Tut Gony, direttore dell'ospedale di Malakal nello stato del Nilo Superiore. La kala azar e' endemica in alcune parti del Sudan del Sud; si verificano scoppi della malattia ogni 5-10 anni. La crescita improvvisa dei casi ha causato preoccupazione, ha affermato Gony, perche' ha colpito alcune delle regioni piu' remote e di difficile accesso degli stati del Nilo Superiore e dello Jonglei, aree che soffrono anche di recenti scontri interetnici. Affinche' la cura sia efficace deve essere immediata. L'ospedale di Malakal ha registrato piu' di 70 casi dal 23 ottobre, e si crede che i numeri possano aumentare ulteriormente, hanno dichiarato funzionari dell'ospedale. "Coloro che raggiungono l'ospedale qui, hanno avuto viaggi difficili di solito per nave in quanto vi sono poche strade, e dove ci sono le strade molte sono chiuse a causa delle piogge," ha aggiunto Gony. In una dichiarazione rilasciata il 6 novembre, Medici senza frontiere ha dichiarato di aver curato 107 pazienti da ottobre in confronto ai 110 in tutto il 2008. Altri 275 sono stati curati da una Ong sudanese, non identificata, a Old Fangak, nello stato del Jonglei. Msf ha affermato che la malattia e' quasi sempre fatale entro i primi quattro mesi a meno che non venga somministrata una cura, ma circa il 95 percento guarisce se curato in tempo. Gli operatori sanitari nel sud sottosviluppato affrontano enormi sfide. Sia il Jonglei che il Nilo Superiore hanno subito una serie di scontri interetnici negli ultimi mesi. "Nel Sudan del Sud, dove almeno tre-quarti della popolazione non ha neppure accesso ai servizi sanitari di base, e' una corsa contro il tempo raggiungere i pazienti," ha affermato David Kidinda, coordinatore medico di Msf per il Sudan del Sud. "Sospettiamo che il numero di pazienti affetti da kala azar che raggiungono le cliniche in alcune aree sia solo la punta dell'iceberg... senza cure, gli infetti possono morire nell'arco di settimane se il loro sistema immunitario e' gia' indebolito", ha detto. La cura implica un'iniezione ogni giorno per un mese, cosa che richiede ai pazienti di rimanere vicino alle strutture sanitarie, arrecando enorme pressione su coloro che si prendono cura di loro. "Con tutte gli ostacoli che la gente affronta qui - la grave mancanza di infrastrutture, poche strade decenti, la devastante assenza di personale e strutture mediche e il recente aumento della violenza e dell'insicurezza - la sopravvivenza diventa un tragitto crudele e pieno di ostacoli per coloro che hanno bisogno di un trattamento salva-vita", ha dichiarato Kidinda. La malattia sopprime il sistema immunitario, lasciando le vittime esposte ad altre infezioni come la malaria o la polmonite. I sintomi includono febbre, vomito, sangue dal naso, milza gonfia e itterizia. (Zacahry Ochieng, traduzione di Sara Marilungo). (Wel/ Dire)