(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 nov. - L'Health technology assessment (Hta) rappresenta la soluzione migliore per conciliare l'equilibrio tra i crescenti bisogni di salute e la limitatezza delle risorse a disposizione: grazie a un uso consapevole delle tecnologie fornisce raccomandazioni sulle decisioni di politica sanitaria. Obiettivo dell'Hta deve essere quello di porsi come uno strumento a supporto delle scelte riguardanti l'impiego delle risorse, individuando quelle tecnologie e procedure sanitarie, che meritano ampia diffusione e quindi un'adeguata copertura finanziaria pubblica. Questa, in sintesi, la posizione sull'Hta di Assobiomedica, l'associazione di Confindustria che rappresenta i produttori del settore biomedico e diagnostico, espressa dal vicepresidente Ugo Ortelli, intervenuto ieri ad Arezzo alla seconda giornata del IV Forum risk management in sanita' nell'ambito della tavola rotonda "HTA: una rete collaborativi per migliorare la qualita' dei servizi sanitari". "La valutazione delle tecnologie sanitarie (Health technology assessment) e dei dispositivi medici non comporta, pero', esclusivamente la razionalizzazione delle spese sanitarie- ha spiegato Ugo Ortelli, vicepresidente di Assobiomedica- in quanto l'Hta vive anche di una dimensione sociale e considera quindi tutti i potenziali benefici per la qualita' della vita dei pazienti, tenendo conto degli aspetti migliorativi che una tecnologia innovativa puo' offrire". "Come gia' avviene in tutti i Paesi europei- ha aggiunto Ortelli sulla base di una ricerca sull'Hta in Europa commissionata da Assobiomedica all'Universita' Bocconi- anche in Italia l'Hta dovrebbe essere uno strumento che porti alla definizione di linee guida, raccomandazioni, protocolli e non a schede per l'acquisto dei prodotti. Non esiste un modello perfetto in alcun Paese: l'Italia deve trovare una sua strada cercando di cogliere il meglio dalle esperienze dei paesi che si sono mossi prima. È fondamentale- ha continuato Ortelli- definire linee guida nazionali per l'HTA, a garanzia della rigorosita' metodologica, della comparabilita' dei risultati e della sostenibilita' complessiva degli investimenti sottesi". In conclusione, "non bisogna tentare di omogeneizzare i beni, cosi' facendo annulleremmo il valore aggiunto dell'innovazione tecnologica e scoraggeremmo la ricerca". Per questo Assobiomedica ritiene che "un eventuale utilizzo dell'Hta per predeterminare il prezzo dei beni o rallentare l'ingresso dell'innovazione nel mercato ne rappresenterebbe un uso distorto". (Wel/ Dire)