(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 24 nov. - Lo sport e' la miglior ricetta per chi ha subito un trapianto. E' un protocollo innovativo quello firmato dalla Regione Emilia-Romagna con la Regione Veneto e il Centro nazionale trapianti, per l'avvio di uno studio scientifico sugli effetti benefici dell'attivita' fisica non solo per prevenire le malattie, ma anche per le persone che hanno subito un trapianto. E' un primo passo, spiega l'assessore regionale alla Sanita', Giovanni Bissoni, verso l'inserimento dello sport come prescrizione standard da parte del servizio sanitario alla stessa stregua dei farmaci. Lo studio, presentato alla stampa ieri pomeriggio a Bologna, nella sede della Regione, prevede il reclutamento di 120 pazienti trapiantati, tra i 18 e i 60 anni, che abbiano allo spalle dai sei mesi ai cinque anni dal momento dell'operazione. Saranno suddivisi in due gruppi da 60 persone, ognuno costituito da 20 trapiantati di cuore, 20 di fegato e 20 di reni. Solo ad un gruppo verra' prescritta l'attivita' fisica (da fare in palestre individuate per l'occasione), arrivando nell'arco di un anno a comparare i miglioramenti nella salute rispetto ai trapiantati che non faranno sport. L'attivita' standard consiste in esercizi aerobici e di rafforzamento muscolare della durata di un'ora per tre volte alla settimana. Lo sport, spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, serve ai pazienti sia per combattere gli effetti metabolici negativi indotti dai farmaci anti-rigetto sia dal punto di vista psicologico, rafforzando l'autostima e il senso di benessere. A seguire l'attivita' fisica dei trapiantati saranno i medici dello sport e i laureati in Scienze motorie, appositamente formati per il progetto grazie al contributo dell'Isokinetic. In effetti, spiega Sergio Roi, direttore del centro studi dell'Isokinetic, il progetto nasce proprio dallo studio su alcuni atleti trapiantati, che partecipavano ad eventi sportivi con buoni risultati. Testimonial dell'iniziativa saranno l'ex giocatore di basket Renato Villalta ed Ettore Messina, ex allenatore della Virtus e oggi coach del Real Madrid. "E' l'ennesima conferma che lo sport e' la migliore medicina", commenta Villalta, mentre Messina sottolinea l'importanza dal punto di vista psicologico dell'attivita' fisica da parte dei pazienti. "Sono stati i pazienti a mostrare la strada giusta a noi medici- afferma Sergio Stefoni, preside della Facolta' di Medicina di Bologna, chirurgo esperto di trapianti da 40 anni- sono stati loro i primi a dimostrare l'utilita' dell'attivita' fisica". Poi aggiunge: "Questo programma servira' molto anche all'Universita', dal punto di vista della ricerca e della didattica". I donatori di organi per i trapianti, in Italia, sono aumentati del 5% rispetto all'anno scorso, secondo i dati raccolti ad ottobre. Ma secondo Nanni Costa c'e' ancora molto da fare, soprattutto per sensibilizzare le persone e nel contatto con i familiari di chi ha perso la vita. "E' una macchina che va sorvegliata sempre- afferma Nanni Costa- non ci sono segnali di crisi, ma c'e' sempre piu' necessita'". (Wel/ Dire)