(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 19 nov. - Lunedi' prossimo il testamento biologico va finalmente in aula a Palazzo D'Accursio, come primo punto all'ordine del giorno dopo le delibere. Ma sulla proposta di introduzione di un registro comunale, su cui confluiranno il Pd e la Rete laica (l'intesa in linea di massima c'e' gia'), piove il duro giudizio di medici e notai. Ieri le due categorie sono state ascoltate dalla commissione Affari generali, insieme al docente di Bioetica Giorgio Carbone, su richieste dell'Udc e del Pdl. Critiche che anche se, come hanno osservato diversi esponenti del centrosinistra, non compromettono l'operazione, di certo qualche dubbio lo hanno seminato tra gli stressi democratici. Tanto che Daniela Turci (assente invece Paolo Natali, che aveva in precedenza manifestato alcune perplessita') chiede di "andare avanti nell'approfondimento". Secco il giudizio di Marco Saladini, inviato a Palazzo D'Accursio dal Collegio notarile. "Se verra' istituito il registro la nostra collaborazione ci sara', ma questo non toglie nulla al dovere di un pubblico ufficiale di avvertire che non varra' nulla". In assenza di una legge il testamento avra' insomma solo un valore probatorio, il quale del resto, avverte Saladini, "potrebbe essere invalidato, in quanto il notaio non puo' precostituire prove processuali". Gli risponde polemicamente il capogruppo del Pd, Sergio Lo Giudice: "Non vorrei che ci fosse l'idea in qualche notaio che se facciamo il registro poi calano gli incassi per loro". Ma ancora piu' scettico si mostra il presidente dell'Ordine dei medici di Bologna, Giancarlo Pizza: pur precisando che "l'ordine non ha nulla in contrario al registro", ricorda le prerogative del medico nel fine-vita. "L'unico vero problema- sottolinea poi Pizza- e' se in queste dichiarazioni possano avere cittadinanza le intenzioni sull'idratazione e nutrizione artificiale". Rincara la dose l'esperto di bioetica Carbone, docente alla Facolta' di teologia dell'Emilia-Romagna. "Ritenete davvero che sia un'urgenza per la citta'? Creera' solo un ulteriore ingolfamento burocratico", si rivolge ai consiglieri comunali. Per Carbone il testamento comporta tra l'altro "una violenza di carattere psicologico, perche' ci costringe ad immaginarci in una situazione in cui nessuno di noi vorrebbe trovarsi". Ma soprattutto, argomenta, "si puo' precludere il godimento di progressi biotecnologici" nella terapia emersi di recente, senza contare che "potrei avere cambiato idea e non avere il tempo di cambiarlo". Posizioni, queste, alle quali la Rete laica ha opposto un parere legale dell'avvocato di Peppino Englaro, Vittorio Angiolini, in risposta alle riserve avanzate sulla proposta di delibera popolare (registro telematico istituito presso l'anagrafe, con il Comune che in sostanza 'fa da notaio'). Per Angiolini il Comune puo' senz'altro "assumere, come servizio, quello di raccogliere e conservare, certificandone dunque solo l'esistenza ed il contenuto ma lasciandone impregiudicata l'efficacia, le direttive anticipate date dale persone sui trattamenti sanitari". L'esame degli esperti non sconvolge gli equilibri politici. Contrarissimi al registro Pdl e Udc, favorevole il centrosinistra, dove pure si registra oggi il maldipancia della democratica Turci. "E' stato poco il tempo per discutere- constata- chiedo che si ragioni di piu', si discuta di piu', soprattutto si sappia se il Comune puo' fare o non puo' fare. Se questo deve diventare motivo di divisione tra noi non mi interessa piu' il registro. Andare avanti nell'approfondimento". Le parole di Turci sono accolte con soddisfazione nel centrodestra. Il vicepresidente dell'assemblea Paolo Foschini parla di una "posizione autonoma e coraggiosa", mentre la collega di partito Ilaria Giorgetti va addirittura a felicitarsi e a stringerle la mano. Ma gli altri colleghi democratici, tra cui Luca Rizzo Nervo ("non ho sentito elementi che dimostrino l'inefficacia della delibera") e Giuseppe Paruolo ("non considero il registro una particolare priorita', ma non e' corretto essere sordi all'esigenza di tanti cittadini"), si esprimono nettamente a favore. A fine riunione, Lo Giudice prova a disinnescare il caso Turci. "Non era a conoscenza che domani abbiamo un'altra udienza, con l'amministativista Luigi Balestra e Fulvio De Nigris. Gli approndimenti sono gia' in programma". A 'sinistra', la proposta del registro viene invece blindata dall'accordo con la Rete laica, caldeggiato soprattutto da Corrado Melega. In sostanza lunedi' in Consiglio verra' discusso (e forse votato) l'ordine del giorno Pd: poi in aula arriveranno insieme la delibera popolare (che pero' verra' con ogni probabilita' bocciata, essendo inemendabile) e la delibera definitiva dell'amministrazione per l'introduzione del registro, che pero' come assicura Lo Giudice "terra' conto anche della delibera popolare". Come? Il capogruppo democratico, anche alla luce del parere di Angiolini, sta riconsiderando il ruolo del Comune-notaio, caro alla Rete laica. In sostanza, si sta valutando "se e' possibile che ci sia l'autentica sulla dichiarazione. E' chiaro pero' che dovra' esserci il si' della segreteria generale. E' quello l'unico nodo reale". Finora il Pd aveva aggirato quel nodo lasciando aperte due vie: il deposito delle dichiarazioni presso notaio, come e' gia' possibile fare, o la loro conservazione in busta chiusa da parte del Comune. (Wel/ Dire)