PRIMO OBIETTIVO: RAFFORZARE SERVIZI E OPERATORI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Napoli, 19 nov. - "Il piano d'azione
per l'infanzia e l'adolescenza, atteso dal 2005, e' gia' in fase
avanzata di elaborazione grazie al lavoro dell'Osservatorio per
l'infanzia e l'adolescenza. Il governo si e' impegnato a
definirlo e adottarlo all'inizio del prossimo anno". Lo ribadisce
Eugenia Roccella, sottosegretario al Lavoro, alla Salute e alle
Politiche sociali, arrivata a Napoli nella tarda serata di ieri,
e ci tiene a confermare che i ministri ci saranno nella giornata
conclusiva della Conferenza nazionale dell'infanzia. Raccoglie
inevitabilmente il malumore delle associazioni che si sentono
invitate a tavola da un ospite che non mangia con loro o meglio,
come suggerisce Francesco Belletti, presidente del Forum delle
associazioni familiari, le tocca la sorte del fedele che, andato
in chiesa, deve ascoltare i rimproveri del parrocco su chi non va
mai a messa. "La 285- sottolinea nel suo intervento- sul piano
culturale ha rappresentato una concreta realizzazione dei
principi della Convenzione Onu di cui celebriamo in questi giorni
il ventennale". Poi i dati, che fotografano un'Italia con pochi
bambini ma con alle spalle una "rete familiare che si dimostra
ancora solida": uno su quattro e' figlio unico e tre su quattro
possono contare sull'aiuto dei nonni o di altri familiari. Il
governo punta dunque al sostegno alla maternita' come un'azione
"di fondamentale importanza" in un paese dove il tasso di
fecondita' resta tra i piu' bassi. Pesa anche lo scarto di
velocita' tra due Italie nell'offerta dei servizi. "Il primo
obiettivo del Piano- spiega Roccella- sara' il rafforzamento di
servizi e operatori, pubblici e privati, per una presa globale
del bambino e della sua famiglia per superare la logica di
servizi spesso autoreferenziali e offrire la concreta prospettiva
del miglioramento della vita quotidiana. Non solo, rafforzare i
servizi serve a prevenire situazioni di fragilita' ed evitare
solo un intervento riparatore". Tra le azioni del governo anche
la sperimentazione di forme diverse e piu' flessibili rispetto ai
nidi d'infanzia e l'offerta di servizi integrativi.
Tra i dati positivi, la chiusura degli istituti per minori: i
bambini fuori della famiglia oggi sono poco piu' di 32 mila a
fronte dei 200 mila degli anni settanta e per la prima volta i
qulli in affido superano quelli accolti nei servizi residenziali.
Quando l'allontanamento dalla famiglia e' inevitabile va promosso
e sostenuto sempre di piu' l'affido, spiega. Tasto dolente le
risorse, che, quando mancano, diventa fondamentale investirle
sugli obiettivi piu' efficaci e insieme raggiungibili.
Alle nove di sera il sottosegretario e' ancora alla sede della
conferenza e non si sottrae ad alcune domande. "I bambini di oggi
sono pochi. Il desiderio di maternita' e' immutato da 30 anni ma
oggi i figli non si fanno. Non e' un problema economico. Certo
questo e' un problema che il governo deve porsi e infatti c'e' il
quoziente familiare, ma si tratta prima di tutto di un problema
culturale. Vince l'idea del qui e oggi. Inscindibile nell'azione
di governo la tutela dei minori in quanto soggetti di diritto e
nella dimensione familiare. I due piani non sono scindibili
sottolinea: Il bambino sta bene in un tessuto di relazione, non
vedo la contraddizione".
(Wel/ Dire)