(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 nov. - Su 570 mila nati in Italia nel 2008, circa il 3% e' rappresentato da gemelli. Solo nel Lazio ogni anno ne nascono circa 1.700. Piu' della meta' di questi bambini nasce prematuramente, il 10-15% sotto peso (meno di 1,5 kg). Inoltre negli ultimi anni e' aumentata la quantita' di parti plurimi, anche per via delle nuove tecniche di fecondazione. Sono alcuni dei dati emersi a Roma in occasione del convegno "I gemelli in eta' pediatrica", organizzato da Sonia Brescianini del Registro nazionale gemelli dell'Istituto superiore di sanita', e da Mario De Curtis, ordinario di Pediatria alla Sapienza di Roma e direttore dell'Unita' di Neonatologia del Policlinico Umberto I. "La percentuale dei nati da parti plurimi e' salita progressivamente negli ultimi trenta anni, per il ricorso sempre piu' frequente a tecniche di procreazione medicalmente assistita- spiega il professor De Curtis- Nel Lazio i nati da parti plurimi nel 1982 erano l'1,4%, mentre nel 2007, su oltre 53 mila nati, erano ben 1.638 (3,08%). E' aumentato anche il numero dei nati da parto trigemino e superiore. Per 1.000 nati vivi si verificato un incremento da un valore di 1 nel 2000 ad un valore di 1,4 nel 2008. Oggi rappresentano circa il 4% del totale dei nati da parto plurimo". L'eta' materna avanzata rappresenta una caratteristica biologica associata ad una gravidanza plurima e negli ultimi anni si e' avuto un costante incremento dell'eta' al parto. Nel Lazio la quota di nascite da donne con piu' di 35 anni e' passata dal 9% nel 1982 al 34% nel 2008. Nei reparti di terapia intensiva una parte significativa dei neonati ricoverati e' oggi rappresentata da gemelli. Nel Lazio questi sono circa la meta' di tutti i nati tra 28 e 31 settimane. Un incremento che ha messo a dura prova le strutture sanitarie soprattutto al Centro-Sud, dove il numero di posti di terapia intensiva e' inferiore ai fabbisogni riconosciuti (1 posto ogni 750 nati). Come conseguenza, spesso neonati prematuri, anche piccolissimi, non possono essere curati nel centro dove nascono, ma debbono essere trasferiti in un altro ospedale. L'Agenzia di sanita' pubblica del Lazio, regione dove mancano circa 20 posti di terapia intensiva, ha osservato che il rischio di morte dei circa 650 neonati con peso alla nascita inferiore a 1.500 g nati nel 2008 era piu' di due volte maggiore nei trasferiti rispetto a quelli curati nello stesso ospedale. "Un miglioramento dell'assistenza dei nati prematuri, e quindi anche dei gemelli- continua De Curtis - potrebbe sicuramente aversi con una piu' efficiente organizzazione regionale delle cure perinatali, con una riduzione del numero delle piccole maternita' che spesso non sono in grado di affrontare situazioni di emergenza e di offrire un'assistenza specialistica, con il potenziamento del numero dei posti di terapia intensiva neonatale". (Wel/ Dire)