"MOTIVARE I PAZIENTI PER RENDERE PIÙ EFFICACI LE TERAPIE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 nov. - Per il 2008 in Italia
si stimano circa 250 mila nuovi casi di tumore e 125 mila
decessi. Ma oggi la sopravvivenza nel nostro Paese, a cinque anni
dalla diagnosi, e' del 45,7% negli uomini e del 57,5% nelle
donne. Un aumento di circa il 15% rispetto al 1985, grazie alla
maggiore disponibilita' di terapie efficaci e alla diffusione dei
programmi di screening. La determinazione nell'affrontare la
malattia, pero', e' anch'essa un ottima terapia. I malati di
tumore depressi, infatti, a parita' di condizioni cliniche
muoiono il 40% in piu' di chi mantiene un atteggiamento
combattivo. Un buon rapporto con il medico e la sua e'quipe
permette di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la
qualita' della vita, l'autonomia fisica, mentale ed emozionale.
Anche cosi' si combatte il cancro, tanto che gli oncologi
prestano sempre piu' attenzione all'aspetto motivazionale, come
accade nello sport. Il metodo per vincere - la gara, la malattia
- si basa su obiettivi concreti, con regole e percorsi
codificati. E i medici "vanno a lezione" dai grandi campioni per
apprendere come trasformarsi in "trainer" efficaci. Da gennaio
2010 alcuni sportivi d'eccezione si recheranno una volta al mese
in reparto, all'istituto dei tumori di Milano e all'ospedale
Regina Elena di Roma, per incontrare i malati e insegnare agli
oncologi a costruire il 'game plan'.
"Si tratta di un insieme di tattiche psicologiche e fisiche
per aumentare la capacita' di combattere le avversita'. Deve
essere attivato insieme al team curante, garantire l'affiatamento
tra lo staff e il paziente e prevedere anche la figura di
riferimento all'interno della famiglia", spiega Emilio Bajetta,
presidente della Fondazione Giacinto Facchetti per lo studio e la
cura dei tumori, che oggi a Milano presenta l'iniziativa nel
Convegno nazionale 'Tre a zero contro il cancro' con il
patrocinio di Coni, Federazione italiana gioco calcio (Figc),
F.C. Internazionale, Federazione medico sportiva italiana (Fmsi),
Comitato paralimpico e Comune di Milano. "È importante aiutare il
paziente a trovare dentro di se' le risorse che possono
contribuire a rendere piu' efficaci le terapie", sottolinea
Francesco Cognetti, direttore dell'oncologia del Regina Elena di
Roma. "Il testimonial sportivo puo' offrire la sua esperienza e
la sua immagine vincente anche per trasmettere fiducia al malato-
aggiunge Diana Bianchedi, campionessa olimpica e presidente della
Commissione nazionale atleti del Coni- se questo progetto pilota
dara' i risultati attesi potra' essere adottato a livello
nazionale e diventare parte integrante delle strategie di
supporto fisico e psicologico per i pazienti negli ospedali
italiani".
Al Convegno interviene Margherita Granbassi, schermitrice
bronzo a Pechino 2008, la pallavolista Annamaria Marasi (oggi
dirigente Coni) e il suo 'collega' Andrea Lucchetta. L'incontro
di oggi si tiene nel primo anniversario della Fondazione Giacinto
Facchetti, nata in nome del grande calciatore e dedicata alla
prevenzione e alla ricerca sui tumori.
(Wel/ Dire)