DROGA. TEST POLITICI, I DUBBI DEI RAGAZZI: "PERCHÈ VOLONTARIO?"
CASTELBIANCO: "DICONO CHE SE RIFIUTANO, ALLORA CI SI PUÒ DROGARE"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 10 nov. - Politici attenti, i ragazzi vi guardano. La notizia del drug test per scoprire se si fa uso di stupefacenti cui potranno sottoporsi i parlamentari e i membri eletti nelle istituzioni, fa discutere i piu' giovani che, come accade spesso, non nascondono i loro dubbi di fronte alle iniziative degli adulti. "I ragazzi stanno dicendo due cose. Se il test e' volontario, o, ancor di piu', se si rifiuteranno di farlo, allora il messaggio per noi sara' chiarissimo: drogarsi si puo' e non non inficia la possibilita' di governare". A parlare e' Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, struttura con sportelli di ascolto in decine di scuole. "E sono proprio i ragazzi- spiega- nel momento in cui abbiamo affrontato il tema di quanto sia devastante nella vita il ricorso alle droghe, a tirare fuori il test antidroga dei politici e, su questo, a esprimere concetti chiarissimi". Da ieri, su iniziativa del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, deputati e senatori possono recarsi nelle strutture del Dipartimento antidroga per eseguire il drug test. Giovedi' scorso il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dato l'esempio recandosi nel centro dell'Acqua Acetosa per farsi 'testare' (sabato ci sara' l'esito delle analisi) e lo stesso primo cittadino ha spiegato che chiedera' a tutti i suoi assessori di fare altrettanto. "Il ragionamento fatto dai ragazzi e' chiaro- sottolinea Castelbianco- se il test e' volontario o se il test i politici non lo fanno, allora vuol dire che drogarsi si puo' e che non impedisce l'attivita' di governo. E se lo fanno loro, insistono, perche' non dovremmo drogarci anche noi? Di fronte a questi ragionamenti, anche per noi psicologi si fa dura... Dai piu' giovani arriva quasi un appello, affinche' i politici diano un grande esempio, dimostrando, facendo il test, che non ricorrono a stupefacenti e, dunque, che non si drogano, perche' drogarsi e' devastante per chi lo fa". E la privacy, che potrebbe essere violata di fronte all'obbligatorieta' del drug test? "Domanda sottoposta ai ragazzi, la cui risposta- chiude Castelbianco- e' stata pronta: 'Ricoprono cariche pubbliche, se vogliono garantita la loro privacy si dimettano". (Wel/ Dire)
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