(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 17 dic. - Fusione a Bologna tra la fondazione Augusta Pini ed ospizi Marini e quella Istituto del Buon pastore, entrambe impegnate sul terreno dell'assistenza sociale e socio-sanitaria. L'operazione e' stata illustrata ieri dal presidente della fondazione Pini, Giorgio Palmeri, che sottolinea l'obiettivo di acquisire una "capacita' multifunzionale" che consenta "alla comunita' pubblica di poter ottenere risposte su vari campi che in questo momento piu' ne necessitano". In pratica, incorporando il Buon pastore, la fondazione Pini accresce le proprie capacita' di gestione diretta degli interventi: la nuova strategia "va nella direzione di investire sulla qualita' e sul potenziamento di servizi, attivita' ed iniziative a gestione diretta- spiega una nota- sostenendo progetti di altri enti esclusivamente nella forma della gestione mista, tramite convenzione". Nell'ambito degli interventi a gestione diretta, al centro clinico di psicoterapia e psicoanalisi applicata (100 ragazzi seguiti annualmente) e ai due centri di accoglienza residenziale e diurna (altri 50 ragazzi affetti da disagio socio-relazionale o disarmonie dello sviluppo psichico e affettivo), la fondazione conta di aggiungere nei prossimi tre anni un polo clinico, scientifico e culturale cosi' strutturato: un centro di accoglienza a forte connotazione terapeutica (24 posti), un centro di ricerca e formazione per specializzandi e neo laureati, un centro culturale con auditorium, laboratori attrezzati e scuola di teatro e arti videografiche. "Il nostro lavoro e' dedicato alla presa in carico, attraverso la logica della psicoanalisi- spiega lo psicologo del consultorio Pini, Marco Bani- di persone che non troverebbero giovamento dal dispositivo psicoanalitico che classicamente si sviluppa in uno studio privato". Tra le altre attivita' gia' in corso si segnala un laboratorio teatrale nelle scuole (a cura di Vitaliano Trevisan, che e' anche testimonial della fondazione, e Tiziano Scarpa) e il progetto di dar vita ad una vera e propria compagnia teatrale formata con ragazzi provenienti dai centri di accoglienza: "Si tratta di capire quali sono le loro attitudini- spiega Trevisan- e di convogliarle verso il giusto obiettivo", ma soprattutto di fare in modo che i ragazzi "imparino a lavorare insieme". Altro progetto e' "Un calcio alla noia", che ha visto la creazione di una squadra di calcio impegnata nel campionato Amatori della Uisp. Si chiama "LaCantera", con un gioco di parole che combina il nome dello psicoanalista Jacques Lacan e la "cantera", cioe' la "fucina" del vivaio del Barcellona. La squadra sta affrontando il campionato "con grande decoro", spiega Palmeri, e soprattutto (per dei ragazzi disagiati che vengono da centri di accoglienza) e' prima nella classifica del fair play. (Wel/ Dire)