SANITA' IMOLA. ALCOL, COMMERCIANTI: EDUCARE, NON PROIBIRE
ASCOM E CONFESERCENTI BOCCIANO IDEA PDL DI RICORRERE A ORDINANZA
(DIRE - Notiziario Sanita') Imola, 17 dic. - "Va bene tutto cio' che contribuisce alla lotta all'abuso di alcol, ma e' piu' utile percorrere la strada di progetti educativi e formativi, che non mettere altri divieti". Lo afferma il numero uno dei commercianti imolesi, Franco Tonelli, che di fronte all'ipotesi avanzata dall'opposizione di introdurre a Imola un'ordinanza analoga a quella studiata dal sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che stabilisce sanzioni contro il consumo di alcol da parte degli under 16, e' scettico. Piuttosto, sottolinea il direttore dell'Ascom, "crediamo di piu' nei progetti educativi". E contemporaneamente "si puo' rafforzare l'attivita' ispettiva e di controllo da parte delle forze dell'ordine". Anche perche', l'ordinanza ravennate esigerebbe in ogni caso un inasprimento dei controlli. Tanto vale, allora, partire da quelli. E chi si confronta tutti i giorni con la vendita e la somministrazione di alcol lo sa bene. Dello stesso parere e' il direttore di Confesercenti del territorio imolese, Enzo Scardovi: "Serve molto piu' educare che proibire", afferma e ricorda i progetti attivati nel 2007 e nel 2008 proprio all'interno delle attivita' commerciali. "E' vero, l'eta' del consumo si sta abbassando, e questo fatto preoccupa tutti, compresi gli imprenditori degli esercizi pubblici, ma e' molto piu' importante agire sui perche'". Infatti, se, come riferiscono gli esperti del Sert, "e' in aumento, ad esempio, il consumo di birra mescolata a cocaina, allora e' necessario comprendere meglio il fenomeno". Viceversa, "il proibizionismo- ricorda Scardovi- non ha mai vinto". Di fronte all'ipotesi di sanzionare il minore di 16 anni che consuma alcol, come accadra' a Ravenna in seguito all'ordinanza, e come il Pdl e alcune liste civiche vorrebbero che accadesse a Imola, Scardovi avverte: "Non so quanto sia socialmente utile e giusto". Certo, l'ordinanza colpirebbe anche chi vende o somministra l'alcol al giovane. Ma in questo caso, sottolinea ancora il direttore di Confesercenti, "c'e' un altro problema che si pone, quello del controllo". (Wel/ Dire)
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