(DIRE - Notiziario Sanita') Bruxelles, 3 dic. - Il Consiglio Europeo frena sull'approvazione definitiva della direttiva antidiscriminazione. Il problema sarebbe rappresentato dai requisiti di accessibilita' di edifici e infrastrutture per le persone disabili. Il 2 aprile scorso, il Parlamento aveva approvato, modificandola, una proposta di direttiva del luglio 2008 avanzata dalla Commissione Europea e che voleva prevenire ogni forma di discriminazione per eta', religione o credo, disabilita' o orientamento sessuale in aree quali l'accesso ai beni e ai servizi, l'istruzione, l'assistenza e la protezione sociale ecc. Ora il documento era al vaglio del Consiglio che, se lo avesse approvato all'unanimita', avrebbe dato il via libera definitiva alla nuova legge. Durante la presidenza svedese molti sono stati i passi avanti fatti verso un accordo ma, alla fine, in Consiglio ha prevalso la linea della prudenza e di un approccio graduale. Si e' preferito cosi' fare maggior chiarezza su alcune norme che riguardano i disabili, delineare meglio quali responsabilita' ricadranno sull'Ue e quali sugli Stati membri e, in particolare, andare verso un'adozione di una direttiva in cui il grado richiesto di accessibilita' di edifici e infrastrutture da parte delle persone con disabilita' sia diverso (cosi' come diversi saranno i tempi concessi per il raggiungimento di tale accessibilita') a seconda che si tratti di vecchi o nuovi infrastrutture ed edifici. La direttiva in discussione non riguarda la discriminazione su basi raziali, per cui c'e' gia' una direttiva quadro entrata in vigore nel 2000, ne' le discriminazioni in ambito del mercato del lavoro e di parita' di trattamento fra uomini e donne, normate da due direttive del 2004. (Wel/ Dire)