(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 3 dic. - Le persone affette da sclerosi multipla (Sm) manifestano una grande rabbia inespressa, con livelli doppi rispetto alla popolazione generale. Rabbia che, in aggiunta alle limitazioni causate dalla patologia, puo' far peggiorare ulteriormente le loro relazioni interpersonali, sociali e lo stato di salute. A rivelarlo e' uno studio italiano coordinato dall'Ircss Fondazione Santa Lucia di Roma e pubblicato sul numero di dicembre della rivista scientifica European Journal of Neurology. I ricercatori hanno preso in esame circa 200 pazienti affetti da Sm, sottoponendoli a test che misurano la rabbia, la depressione e l'ansia, confrontando poi i loro risultati con quelli della popolazione generale. Il gruppo sottoposto allo studio comprendeva 150 pazienti con la forma recidivante-remittente della malattia e 45 pazienti con forme progressive. Il 68% erano donne, l'eta' media 40 anni, con una durata media della malattia di 11 anni dal suo esordio. Con una certa sorpresa da parte degli studiosi, si e' visto che tali pazienti presentavano livelli di rabbia espressa simile a quello della popolazione generale ma, contemporaneamente, quella non espressa e' risultata piu' che doppia rispetto alla norma e indipendente dalla severita' del quadro clinico. Questi dati, unitamente allo scarso controllo esercitato sulla rabbia, hanno convinto i ricercatori che cio' potrebbe dipendere da alterazioni del sistema nervoso piuttosto che dalle sole e naturali ricadute emozionali causate dalla stessa malattia. Un dato inatteso e' stato quello relativo al notevole divario tra i livelli di rabbia espressa e quella non espressa a fronte del basso livello di controllo complessivo di questo stato d'animo nei pazienti con Sm. Secondo Ugo Nocentini, primo autore della pubblicazione scientifica, "gli alti livelli di rabbia non espressa presentati dai soggetti studiati potrebbero essere dovuti alle lesioni causate dalla Sm ai fasci nervosi del cervello, con conseguenze sulla ricezione e interpretazione degli stimoli. L'elaborazione della rabbia- continua il ricercatore- e' controllata da complesse connessioni tra sistemi corticali e sottocorticali, come l'amigdala, i gangli della base e la porzione mediale della corteccia prefrontale". Sulla base di questo studio, Nocentini ipotizza che i processi di demielinizzazione e degenerazione, causa dei principali sintomi della Sm, vadano ad alterare anche i circuiti cerebrali coinvolti nell'espressione e nel controllo della rabbia. I risultati di questa ricerca potrebbero avere anche importanti implicazioni per la pratica clinica. La rabbia, infatti, influisce negativamente sulle relazioni tra paziente e medici, oltre che su quelle in famiglia, nella societa' e nel lavoro. Inoltre, e' stato rilevato che la rabbia non espressa si associa a problemi fisici, quali l'ipertensione e i disordini vascolari. "Dallo studio- conclude Nocentini- si evince anche l'importanza di indagare se il singolo paziente con Sm esprime dei livelli di rabbia anormali. Tenerne conto- dice- potra' aiutare i clinici a curare con piu' efficacia, programmando gli interventi terapeutici e migliorando l'adesione ai vari trattamenti". (Wel/ Dire)