Lo chiede il Coordinamento nazionale della Conferenza salute mentale
Roma, 10 set. - Il Coordinamento nazionale della Conferenza salute mentale segnala la necessita' che il programma di governo "affronti con chiarezza e determinazione le sofferenze determinate dalla crisi economica e da una comunicazione politica volta alla ricerca del capro espiatorio nelle fasce piu' deboli dell'umanita': migranti, sofferenti psichici, detenuti. Occorre rafforzare l'azione di sostegno e inclusione, a partire dai servizi sociali e sanitari, prima indeboliti e poi accusati di inefficienza".
Cosi' le associazioni che si occupano di salute mentale si rivolgono al presidente incaricato, Giuseppe Conte. Al termine della Conferenza nazionale per la Salute Mentale 2019, svoltasi il 14 e 15 giugno scorso e che ha coinvolto piu' di 150 associazioni nazionali e territoriali, era stata espressa la disponibilita' a collaborare con le Istituzioni, avanzando 10 proposte contenute nella dichiarazione conclusiva, che le stesse associazioni inviano al Presidente del Consiglio incaricato.
E nello specifico, affermano: "La lunga crisi economica, che purtroppo non accenna a esaurirsi, sta producendo effetti negativi sulla salute della popolazione che si aggiungono a quelli - piu' noti - connessi all'invecchiamento della popolazione e alle difficolta' che il welfare ha dovuto affrontare in questi anni, nel sociale cosi' come nel sanitario (dalla riduzione dei finanziamenti alla condizione del personale).
Una politica che vuole realmente puntare ad una svolta deve tener conto che l'aumento delle poverta', dell'incertezza economica, della disoccupazione, della precarieta', della solitudine (soprattutto fra gli anziani) incidono sulla salute delle persone, e non solo di quelle tradizionalmente piu' fragili, aumentando i casi di disturbi mentali, disagio psichico, depressione, decadimento silenzioso e rischio di esclusione sociale". "Per questo ci auguriamo che il programma e le azioni del nascente Governo abbiano attenzione per la Salute Mentale, e siano coerenti con la Legge 180/78 che sancendo la chiusura dei manicomi, ha allargato gli spazi della cittadinanza e della democrazia, restituendo diritti, dignita' e cittadinanza alle persone con disturbo mentale", si sottolinea.
Concludono le associazioni: "Per rendere effettivo il diritto alla Salute Mentale occorre intervenire con politiche adeguate su tutti i determinanti delle diseguaglianze nella salute, costruendo una societa' piu' giusta che non discrimini alcun essere umano, italiano o straniero che sia. E occorre potenziare, e finanziare adeguatamente, un sistema di servizi sociali e sanitari nel territorio, capaci di prendersi carico delle persone, favorire l'inclusione, contrastando le 'cattive pratiche', che violano i diritti delle persone in cura, con particolare riferimento alla contenzione e alle modalita' inappropriate nell'esecuzione dei TSO".
(Red/ Dire)