Autismo, Binetti: Condizione in crescita, arte restituisce pace
"Cio' che sembra ostacolo puo' essere opportunita'"
Roma, 22 ott. - "L'arte ci parla e ci interpella". È un inizio fuori dalle righe quello di Paola Binetti, senatrice Udc e curatrice del libro 'Autismo: un futuro nell'arte", in occasione della presentazione del suo libro a Roma.
"L'autismo e' una condizione in crescita, mano a mano che aumentano le diagnosi aumentano anche la varieta' delle manifestazioni della sindrome. In questo momento- continua la senatrice- Greta e' la persona con autismo piu' conosciuta al mondo, smuove le piazze e parla alle Nazioni Unite. Porta un messaggio potente con una forte determinazione. Questo ci colpisce nell'autismo: la sua tenacia".
L'autismo ci dice che "non conosciamo le cause e quindi deve esserci nel contesto in cui viviamo qualcosa che lo attiva. Ci sono manifestazioni di tipo genetiche, ma non sono mai le stesse. Inoltre, sono mutazioni mai riproducibili. L'autismo ci dice che siamo davanti a un quadro per il quale non possediamo farmaci- aggiunge la neuropsichiatra- ne' un'unica terapia, ma grazie all'arte scopriamo che si puo' comunicare. L'arte puo' restituire pace ai ragazzi con autismo e alle loro famiglie. C'e' un oceano di ricchezza in loro".
'Medicina e Frontiere' e' il nome dell'associazione che ospita la presentazione del libro nell'Istituto Luigi Sturzo a Roma.
"Nella grande ricchezza della nostra avventura questa associazione ci ricorda che dobbiamo sempre fare i conti con il senso del limite: una difesa, ma anche una garanzia di liberta'. L'autismo ci insegna proprio questo, cio' che sembra un ostacolo- conclude Binetti- in realta' e' una opportunita'".
L'obiettivo di 'Medicina e frontiere' e' favorire il dialogo tra la medicina e le culture piu' umanistiche, come la filosofia, la morale ma soprattutto le arti espressive. "Esiste una disciplina in medicina poco conosciuta e molto importante nel percorso formativo di un medico che si chiama 'Medical humanities'- fa sapere il presidente Michele Guarino- che vuole far dialogare la medicine con le arti. Attraverso le arti possiamo meglio capire le emozioni dell'uomo ed essere dei medici che curano non la malattia, ma la persona".
(Red/ Dire)
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