Lettura condivisa migliora salute. Ecco i numeri di 'Nati Per Leggere'
Roma, 1 ott. - È crollata del 35% negli ultimi vent'anni la percentuale di bambini ai quali non viene "mai o quasi mai" letto un libro.
Dall'allarmante 46% del 2000 siamo passati al 11% del 2019. Nello stesso periodo e' incrementato in maniera esponenziale il numero di bambini ai quali, invece, "viene letta una storia almeno 4 volte alla settimana": dallo scarso 16% del 2000 al quasi 39% attuale.
"Una piccola rivoluzione dalle caratteristiche di flessibilita' e leggerezza- afferma Federica Zanetto, presidente dell'Associazione culturale pediatri (Acp)- e' un po' come l'acqua potabile che si adatta alle singole realta' e, a seconda del contesto in cui viene proposta e delle risorse disponibili, e' sempre in grado di produrre un cambiamento, anche di sensibilita'". È questo in sintesi l'obiettivo del progetto 'Nati per Leggere' (NpL), che ha festeggiato con un grande convegno il suo ventennale nell'Aula Magna dell'Universita' La Sapienza di Roma.
Ideato nel 1999 ad Assisi, 'Nati per Leggere' vede la luce grazie a un'intuizione: "L'evidenza scientifica che la lettura sia un'attivita' da promuovere nelle famiglie, a beneficio dello sviluppo e della salute dei bambini fin dai primi mesi di vita". La sua mission e' "proporre gratuitamente ai genitori con bambini fino a 6 anni di eta', attivita' di lettura che costituiscono un'esperienza importante per lo sviluppo cognitivo dei piu' piccoli e per incrementare le capacita' delle mamme e dei papa' di crescere con i loro figli".
La lettura condivisa, infatti, porta benefici a tutti in famiglia. Per i genitori, si riscontrano "responsivita', senso di autoefficacia" e un'accresciuta sicurezza delle proprie "competenze genitoriali". Per i piu' piccoli, invece, i benefici sono tanto cognitivi quanto socio-relazionali: da una maggiore ricettivita' ed espressivita' nel linguaggio, a crescenti capacita' di contare, scrivere e leggere, fino a un'aumentata attenzione e a un maggior benessere socio-relazionale.
Ma non finisce qui, 'Nati per Leggere' dai risultati ottenuti in questi vent'anni, sembra rivoluzionare anche il panorama sociale, andando a "contrastare il precoce insorgere delle diseguaglianze". È un dato di fatto, che "sussista un rapporto tra livello di istruzione della madre e quanto viene letto al bambino", spiegano i relatori della mattinata. "Ho molti bambini- racconta Manuela Orru', presidente Acp Lazio, intervistata dall'agenzia Dire- che vivono in zone non proprio centrali, un pochino piu' disagiate. E quando riusciamo a portare NpL anche in queste periferie, abbiamo dei risultati molto visibili. Bambini- continua la pediatra di famiglia- che magari nell'abitudine familiare avevano il televisore acceso tutto il giorno, come un ovvio compagno del quotidiano, stanno imparando con i loro genitori che leggere insieme, meglio se con un sottofondo musicale, e' una grande fonte di arricchimento. Non soltanto al livello emotivo, ma anche scientificamente provato sul fronte celebrale".
Nel Rapporto si legge che "il programma si e' diffuso tra le famiglie di basso livello di istruzione".
Infatti, "la percentuale di bambini a cui si legge almeno 4 volte a settimana e' del 25% quando i genitori hanno un livello di istruzione basso (elementare o medio), rispetto al 61% di quanti hanno genitori laureati. Differenza che- continua il Rapporto- rimane drammatica ma certamente inferiore alle stime registrate nel 2000", quando si attestava attorno alle "30 volte".
NpL negli anni si espande e si fa forte anche grazie alla collaborazione di tre enti: l'Acp, l'Associazione italiana biblioteche (Aib) e il Centro per la Salute del Bambino (Csb). È "presente in tutte le regioni" e, in oltre la meta' dello stivale, sono attivi i punti di lettura targati NpL, per un totale di 82 punti in tutto il territorio con un picco numerico in Campania, dove se ne contato addirittura 35. Le attivita' sono realizzate con il contributo economico del Centro per il Libro e la Lettura, delle Regioni, delle Province e dei Comuni partecipanti al programma, e grazie all'attivita' degli operatori dell'infanzia e dei volontari.
(Wel/ Dire)