Eutanasia, Cnop: Ora legge, ma Parlamento senta psicologi
Lazzari: Devono avere un ruolo nella regolamentazione di questa tematica
Roma, 1 ott. - "È ora che il Parlamento faccia una buona legge, ma spero e chiedo che gli psicologi vengano ascoltati". È questa l'opinione di David Lazzari, membro dell'Esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop), commentando la decisione della la Corte Costituzionale che ha ritenuto non punibile l'aiuto al suicidio in casi come quello di Dj Fabo.
"Gli psicologi devono avere un ruolo nella regolamentazione di questa tematica proprio perche' e' molto delicata- continua Lazzari- non voglio fare paragoni blasfemi, ma pensiamo alla chirurgia plastica ed estetica. Riflettiamo sulla persona che vuole cambiarsi il naso o le orecchie, sappiamo che dietro alcune di queste richieste ci sono state tante situazioni di abuso, di patologie per cui si sono create delle spirali assurde. È evidente che la medicina prima di assecondare una persona che chiede di 'volersene andare', debba capire se si tratta di una persona depressa, che vada aiutata, oppure se siamo in una fattispecie completamente diversa. Queste fattispecie esistono e devono essere sicuramente rispettate".
Di certo e' un tema molto delicato, secondo Lazzari, "che non si presta certamente a facili battute, perche' ha a che fare con la piena consapevolezza che la persona puo' avere in certi momenti della sua vita nel decidere che non vuole piu' vivere". Una scelta dettata da "una condizione di salute tale che diventa incompatibile con quella che e' la qualita' della sua vita. Il tema andrebbe declinato, ma se parliamo di diritti dobbiamo immaginare che ogni persona abbia il diritto a una buona morte, a una morte dignitosa, a lasciare questa vita biologica anche nel modo in cui ritenga giusto rispetto alla sua sensibilita' e ai suoi valori".
Lazzari ha vissuto in prima persona questa situazione. "Mio padre, una persona sempre attiva, ha perso improvvisamente questa sua autonomia arrivato a novant'anni. Mi chiese 'Aiutami ad andarmene perche' io non non voglio piu' stare cosi'. Ho vissuto la mia vita, ho fatto tutto quello che volevo e sono sereno, non posso pensare di stare per un tempo indefinito senza avere piu' la mia autonomia'. In quel momento- afferma- come figlio, come essere umano e come psicologo mi sono sentito chiamato in causa, perche' pensavo che in fondo mio padre avesse il diritto di poter fare un discorso del genere. Un discorso che richiede grande rispetto. Capisco, tuttavia, che questo discorso si possa restare ad abusi, per questo motivo- conclude lo psicologo- deve essere normato in maniera molto chiara".
(Wel/ Dire)
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