Roma, 26 nov. - "La Convenzione ha marcato un cambiamento fondamentale per bambini e adolescenti, considerati non piu' come meri soggetti da tutelare e proteggere, ma come titolari di diritti, persone con proprio valore e dignita'. Di notevole rilevanza i due principi ripresi da convenzioni e norme successive: il superiore interesse del bambino e il riconoscimento del diritto del minore di essere ascoltato. Ogni limitazione dei diritti genera a livello individuale e sociale profondo malessere e traumi che possono durare nel tempo, anche per generazioni. Il nostro agire professionale e' quindi fondamentale per la riduzione delle conseguenze causate da ogni violazione dei diritti umani, e per la promozione dei diritti stessi". Cosi' l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna esprime la propria posizione sulla tutela dei diritti dei minori in occasione del trentennale della Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
Gli psicologi, in quanto professionisti della salute che operano nei diversi ambiti relativi all'eta' evolutiva, "hanno il compito di proteggere e promuovere il diritto alla salute di bambini e adolescenti, diritto garantito dalla nostra Costituzione e definito dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' come 'uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale'. Cio' comporta l'impegno a tutelare e promuovere le potenzialita' della persona di minore eta', contribuendo alla predisposizione delle condizioni necessarie per favorirne lo sviluppo nel migliore dei modi. Diritti dei minori e doveri degli adulti, in questo caso- sottolineano gli psicologi- non vanno posti in antitesi: devono essere tutelati, infatti, i 'diritti relazionali'. Il diritto di ogni bambino di essere allevato nell'ambito della propria famiglia di origine corrisponde al diritto dei genitori di realizzare la propria genitorialita' in modo competente, efficace e gratificante.
Dare risposta ai bisogni psicologici di crescita garantisce la prevenzione delle diverse e pervasive forme di maltrattamento e trascuratezza a cui sono esposti, ancora oggi, molti bambini nella nostra realta' regionale".
Ascoltare il minore nelle diverse situazioni di vita ed in specifico in condizione di trascuratezza o di maltrattamento e la sua famiglia in stato di vulnerabilita' e' "un lavoro tecnicamente molto complesso. Occorre, infatti, comprendere che cosa nascondono silenzi, paure, negligenze e inadeguatezze e far emergere elementi che aiutino a capire in modo oggettivo l'entita' del malessere e se c'e' vittimizzazione.
È opportuno comunque precisare che in alcuni casi di grave maltrattamento e abuso e' necessario individuare, a protezione del minore, alternative all'ambiente familiare. In questi casi- ricordano gli psicologi dell'Emilia Romagna- l'istituto dell'affido puo' talvolta essere lo strumento elettivo per preservare il benessere del bambino e dell'adolescente e rappresentare l'unica risposta riparativa possibile alla sofferenza. In queste situazioni e' utile che lo psicologo sostenga tutti gli attori coinvolti svolgendo, con coscienza, competenza e dedizione- concludono- valutazioni, consulenze, supporto psicologico e se necessario anche la psicoterapia".
(Red/ Dire)