Boom richieste a psicologo di quartiere, 700 in 8 mesi
In Lombardia solitudine, depressione e relazioni problematiche frequenti
Roma, 26 nov. - In otto mesi sono quasi 700 le persone che si sono rivolti allo psicologo di quartiere, promosso dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia in collaborazione con WeMi, la rete di spazi fisici dedicati al sistema dei servizi domiciliari del Comune di Milano. Il progetto permette alle persone di contattare gli psicologi di quartiere gratuitamente e senza bisogno di appuntamento, nelle sedi e secondo il calendario riportato sul portale www.wemi.milano.it. Le persone hanno avuto un primo ascolto gratuito e sono state poi indirizzate alle strutture e alle soluzioni disponibili sul territorio.
"La rete degli spazi WeMi- dichiara l'assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti- e' nata per creare dei poli, dei punti di riferimento riconoscibili all'interno dei quali tutti i cittadini potessero accedere all'offerta completa dei servizi domiciliari presenti in citta' e, in particolare, in ciascun quartiere; sia i servizi del Comune di Milano che quelli attivati dal Terzo Settore. Le iniziative e le attivita' rivolte alle persone e alle famiglie sono cresciute in questi anni e ora e' il momento di ricomporle e di riordinarle perche' il quadro rischia di risultare frammentato. L'intenzione e' quella di aggiungere nuovi servizi perche' questi hub diventino sempre piu' un punto di riferimento per i diversi territori. Il progetto 'Psicologi di quartiere' va proprio in questa direzione e ha avuto il merito di introdurre in questi luoghi un'utenza diversa da quella fin qui conosciuta. Sulla base di questi risultati, avvieremo una interlocuzione per la prosecuzione dell'iniziativa e cercheremo di avvicinare a WeMi nuovi servizi".
"La salute mentale e il benessere psicologico sono aspetti fondamentali della qualita' della vita, non solo dei singoli individui, ma anche delle comunita'. In Lombardia e in particolare a Milano esistono validissimi servizi e strutture a cui i cittadini possono rivolgersi, tuttavia resta difficile intercettare bisogni complessi, legati sia a difficolta' personali e famigliari, sia a problematiche come la poverta' e il rischio di esclusione sociale - sottolinea Riccardo Bettiga, Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia -. Lo psicologo deve essere sempre piu' vicino alle persone, ed e' per questo che stiamo lavorando per estendere l'esperienza degli Psicologi di Quartiere, iniziativa il cui modello e' potenzialmente replicabile fino al livello nazionale".
"Nonostante le peculiarita' sociali, culturali e materiali dei vari quartieri, in questi mesi sono emersi disagi e problematiche decisamente trasversali alla citta' di Milano, ovvero indipendenti dalla zona in cui si vive o si concentrano i propri interessi. Le segnalazioni piu' numerose riguardano la solitudine, la depressione (che affligge un milanese su cinque), i rapporti genitori-figli, le relazioni di vicinato - commentano Barbara Bertani, referente del progetto per l'Ordine degli Psicologi della Lombardia, e Armando Toscano, coordinatore -.
Tante anche le richieste legate alla difficolta' di assistere genitori anziani, famigliari con disabilita' o patologie croniche importanti. Abbiamo raccolto infine qualche caso di violenza e maltrattamento, subito indirizzato verso i canali competenti".
(Red/ Dire)
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