Anoressia 0.2-0.9%, bulimia al 2-3% e 30% casi amenorrea diventa sterilita'
Roma, 5 nov. - Bambini, ragazzi nel pieno dell'adolescenza, uomini e donne adulte. I disturbi alimentari coivolgono tutti e sono ormai una vera e propria "epidemia sociale, sulla quale sarebbe necessario intervenire con esperienze preventive: dallo sviluppo della capacita' di regolazione emozionale al lavoro sull'autostima, sulla fiducia e sulla valorizzazione dell'individuo indipendentemente dalla persona fisica". A dirlo e' la psichiatra e psicoterapeuta Rosa Bruni che, intervistata dall'agenzia Dire, fornisce una panoramica molto dettagliata dell'universo dei disturbi alimentari.
L'anoressia nervosa, ad esempio, ha una prevalenza nel corso della vita "che oscilla tra lo 0,2% e lo 0,9%, mentre quando parliamo di bulimia nervosa possiamo arrivare anche a una prevalenza del 2-3%", spiega la specialista. Ma non finiscono qui i dati allarmanti: i disturbi alimentari "sono la prima causa di morte nella popolazione femminile adolescenziale del mondo occidentale, e generalmente sono comunque una delle cause di morte piu' frequenti".
Sono patologie che rientrano, quindi, a pieno titolo in una "difficolta' di costruzione di un'identita' che sia sufficientemente mobile, garantendo al contempo un po' di stabilita'". L'equilibrio identitario e' "fondamentale per la costruzione dell'universo relazionale di ognuno di noi", infatti tra i maggiori rischi annoverati nell'individuo con disturbo alimentare c'e' proprio "la crisi delle relazioni con l'altro, a partire dal primo altro da se' che e' il corpo".
Mente e corpo sono dunque due aghi indispensabili della stessa bilancia e sono diversi gli studiosi che se ne sono occupati.
"Armando Blanco Ferrari ha elaborato una sua teoria partendo da Bion, che riguarda proprio i deficit di integrazione mente-corpo- continua Bruni- base per le relazioni e il confronto con l'alterita'".
In quest'ottica, quindi, i disturbi alimentari possono essere letti come un'arma a doppio taglio, perche' "rappresentano sia un pericolo per la salute, alimentando psicopatologie che compromettono funzioni fisiche", sia "effetti neurocognitivi che interferiscono con i processi di mentalizzazione". La malnutrizione puo' arrivare a provocare anche "condotte suicidarie". D'altro canto, basti pensare che "le alterazioni di tipo endocrino e metabolico possono comportare addirittura infertilita'". L'amenorrea (assenza di ciclo mestruale, ndr), tipica patologia che puo' derivare da un disturbo alimentare, "in un 30% dei casi si puo' tramutare in sterilita'".
I disturbi di comportamento alimentare "devono dunque- aggiunge la psichiatra- essere affrontati con un'equipe multidisciplinare. Non basta lo psicoterapeuta, e' necessario coinvolgere il pediatra, il nutrizionista, l'endocrinologo, il medico di base e il ginecologo. Bisogna formare una rete e a partire dalla rete cercare di ricollocare la persona al centro della relazione con l'altro". Un percorso di lavoro ideale, conclude Bruni, dovrebbe allora lavorare in equipe multidisciplinari "sulle sensazioni ed emozioni del soggetto con disturbi alimentari, per poi puntare sulla relazione con l'altro nella sua interezza".
(Wel/ Dire)