Fargnoli (criminologo): Oltre a narcisismo c'e' forte psicopatia
Roma, 19 mar. - "Si comincia sempre da frasi contro i neri, gli ebrei, i diversi in genere, e da li' poi parte l'escalation che termina nelle stragi. Sono sempre queste le tipologie umane prese di mira". Amato Luciano Fargnoli, psicologo criminologo e docente in molte scuole di specializzazione, spiega alla Dire che l'unico modo per prevedere le stragi, come quelle commesse in Nuova Zelanda, "sarebbe quello di sviluppare un maggiore controllo sociale. Bisognerebbe monitorare di piu' i social network e cominciare a dare importanza a quelle persone che pubblicano spesso post di odio e disprezzo sui social. Una volta messi in rete questi post camminano quasi da soli, anche se la fonte viene chiusa. Ne basta uno".
La componente video e' comune a moltissimi attentati. "Se torniamo indietro nel tempo, anche nel massacro della Columbine High School gli studenti si filmarono. Chi compie questo tipo di azioni- aggiunge lo psicoterapeuta- oltre ad una componente narcisistica, ha una piu' forte componente di psicopatia. È un disturbo piuttosto grave, che non consente alla persona affetta di provare empatia per l'altro. Queste persone agiscono come se fossero in un film".
Lo psicopatico e' come se "vivesse in un videogioco- continua Fargnoli- l'unico contatto diretto con la vittima avviene quando compie l'azione stragista, ma e' come se stesse giocando a un ruolo. Il mondo, gli altri, sono tutti oggetti e non persone". Il narcisismo agisce, quindi, con "il distacco emotivo dall'altro- precisa- il narcisista non ha alcun effetto eco dalla presenza dell'altro. Ha in primo piano i suoi bisogno e la loro attuazione, e quando il bisogno coincide con il proposito criminale ne derivano azioni devastanti".
Come si configura una mente criminale? "È una mente che vive in maniere dissociata dal contesto. Il criminale e' una persona che non prova nessun obbligo sociale- risponde il criminologo alla Dire- cerchiamo una patologia che non e' psichiatrica, ma del vivere sociale".
Il meccanismo alla base degli attentati in Nuova Zelanda "prevede una sorta di autosuggestione. C'e' un prepotente bisogno di autoaffermazione con una carica di odio generico e razziale molto forte. È sempre presente un fondo paranoico in tutte queste persone, che individuano nell'altro - gruppo religioso o politico - il male da estirpare e da curare. Si propongono come i salvatori dell'umanita'", conclude Fargnoli.
(Wel/ Dire)