Roma, 12 mar. - I migranti nel mondo sono circa 250milioni, ma in assenza di una definizione concordata a livello internazionale, le stime sono variabili. Ad esempio in Libia "riteniamo siano tre volte tanti, ma non hanno visibilita' perche' in mano ai trafficanti". Lo dichiara all'agenzia Dire Ranieri Guerra, assistente del direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' (Oms). In giro per il mondo, prosegue Guerra, "si stimano 900 milioni di persone che si spostano, sia all'interno del proprio paese, sia verso l'esterno": un movimento "enorme" su cui il Global Permanent Forum on Migration and Health ha organizzato a Roma un seminario di due giorni, per ragionare sulle sfide da questa dinamica globale in ambito sanitario: salute dei migranti, ma anche gestione del fenomeno da parte delle istituzioni.
"A livello mondiale, nei migranti si riscontrano patologie acute e trasmissibili, croniche e degenerative, ma non sempre sono legate al fenomeno migratorio: ricordiamo che queste persone vengono da paesi i cui sistemi sanitari sono per lo piu' collassati", prosegue il funzionario dell'Oms. Quanto all'area mediterranea, l'esperto ridimensiona il timore diffuso in Italia per la "scabbia": "facilissima da contrarre nei centri di detenzione - in Libia come nei Paesi di transito piu' a sud -, dove l'igiene e l'acqua sono scarse. Ma e' altrettanto facile curarla, laddove e' possibile fornire un livello minimo di assistenza sanitaria, ed e' quello che stiamo cercando di fare nei Paesi di transito".
Non solo: il funzionario Oms sottolinea che i migranti che arrivano dall'Africa sulle nostre coste affrontano "viaggi in condizioni disumane", pertanto si registrano anche fratture, contusioni, violenze sessuali, e quindi i traumi psicologici che "vanno gestiti da specialisti e personale preparato", essenziale inoltre per assistere persone che parlano lingue diverse o hanno altri modo di comunicare - o approcciarsi - al disagio sofferto.
Dal seminario, che si e' concluso, e' emerso forte anche il legame tra migrazioni ed effetti dei cambiamenti climatici come "l'aumento del livello del mare, la mancanza d'acqua, oppure i disastri ambientali" come ha spiegato alla 'Dire' Felice Zaccheo, Capo unita' Energia sostenibile e cambiamenti climatici della Commissione europea.
"L'Ue ha implementato un'azione globale. Ci concentriamo nei paesi meno sviluppati come l'Africa subsahariana e le zone del Sahel. Ad esempio- prosegue Zaccheo- grazie all'iniziativa dell'Ue 'Alleanza mondiale contro i cambiamenti climatici (Gcca)', dal 2007 ad oggi abbiamo avviato progetti per 700milioni di euro che aiutano le popolazioni ad adattarsi ai cambiamenti del clima, e ridurre i rischi dei disastri".
Gli spostamenti di popolazioni per ora restano perlopiu' interne ai Paesi e al continente africano, ma il peggiorare del clima, avverte Zaccheo, "fara' si' che cresca anche il numero di persone che scegliera' i nostri Paesi".
All'incontro di Roma, centrale anche la partecipazione dei giovani: "Un evento di questo tipo ha il valore di offrire ai nostri ragazzi un approccio interdisciplinare delle migrazioni: non solo nozioni di storia e geografia, ma anche riflessioni da un punto di vista sociale, politico o della salute" ha dichiarato alla Dire Francesco Alario, il coordinatore del Liceo scientifico internazionale ad opzione lingua cinese, del Convitto Nazionale di Roma, che ha accompagnato due classi ad assistere al seminario. "Nel Convitto Nazionale- ha proseguito- il tema migratorio viene affrontato in classe. Per suggerire l'idea del mettersi al servizio dei piu' fragili, abbiamo incoraggiato gli studenti a prestare servizio di volontariato nelle mense per i migranti, e in molti hanno aderito".
(Wel/ Dire)