Audizione esperti in commissione parlamentare Infanzia e Adolescenza
Roma, 12 mar. - Un "telefono antibullismo" sul modello del telefono azzurro e del telefono rosa e un'azione di "rafforzamento dell'intervento psicologico nelle scuole che dia attenzione alle famiglie e agli insegnanti, aiutandoli a creare dimensioni di riflessioni nel gruppo" nei luoghi "dove stanno gli adolescenti, nelle scuole, e da tecnici". È la proposta Annamaria Nicolo', presidente della Societa' italiana di Psicoanalisi (Spi), nel corso delle audizioni della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza nell'ambito dell'indagine conoscitiva su bullismo e cyberbullismo.
L'adolescente "ha un cervello e una personalita' che si stanno ristrutturando, che sta operando sfide evolutive per crescere- spiega Nicolo'- Una di queste e' definirsi" nella "propria identita', nel proprio genere, nella propria persona". La vittima di bullismo presenta i segni della "vittima da trauma", sviluppando disturbi che coinvolgono il corpo e alterazioni o difese "che modificano la personalita' stabilmente nel corso del tempo". Il bambino vittima di bullismo sara' un adulto che presentera' difese come "il congelamento delle emozioni o aspetti di dissociazione", o quello "che gli psicanalisti chiamano 'identificazione con l'aggressore'" in cui il bambino o l'adolescente che subisce aggressione si identifica con il suo aguzzino e lo diventa a sua volta.
E la rete, che ruolo ha? "Siamo di fronte a quella che Pasolini chiamava una mutazione antropologica- chiarisce Nicolo'- Possiamo discutere quanto questo modifichi il nostro cervello o il nostro modo di stare insieme, ma dobbiamo farci i conti", perche' "la rete non ha tempo e non ha spazio. Se il gruppo in quel momento ha visto la prevaricazione di quel bullo e l'offesa di quella vittima- conclude- l'episodio sara' amplificato e elrimarra' nel tempo".
(Wel/ Dire)