Depressione, 'Escila': Laboratori creativi per raccontarsi
Progetto a Catanzaro su pittura, cucina, trucco, recitazione, agricoltura
Roma, 5 mar. - La creativita' a sostegno della cura. Un modo per tirare fuori le emozioni, per stare insieme, per non isolarsi. Un'occasione per distrarsi e stare meglio. Ma anche lo spunto da cui ripartire per trovare una via di uscita. Si potrebbe riassumere cosi' il progetto "Escila", basato su laboratori creativi pensati per persone che vivono a vario titolo il peso della depressione.
Pittura, cucina, trucco, recitazione, agricoltura: possono essere tanti e di vario tipo i laboratori al centro di questa iniziativa. Un'idea partita in via sperimentale in Calabria, a Catanzaro, e inserita nell'ambito di una piu' ampia gamma di progetti di volontariato su scala nazionale promossi dalla onlus "Officine Buone".Piu' in particolare, con "Escila" si punta a uno specifico obiettivo di fondo: "Vogliamo costruire cose belle, con leggerezza, per fare in modo - spiega Vincenzo Ranieri, ideatore del progetto - che le persone, facilitate da momenti di aggregazione e condivisione, escano allo scoperto e superino il senso di vergogna che spesso si prova quando si vive la depressione, ancora oggi per molti versi un tabu'. Da qui - continua Ranieri - il nome "Escila", un modo per sdoganare la depressione, per parlarne, per raccontarsi, oltre la vergogna e il pregiudizio".Finora i laboratori creativi hanno coinvolto persone prese in carico presso strutture di tipo sanitario e che vivono la depressione in aggiunta alle problematiche per cui si e' resa necessaria l'assistenza medica. Si e' trattato, spiega ancora Ranieri, di laboratori coordinati da professionisti della salute e portati avanti in maniera gratuita da esperti creativi, entrati in campo come volontari "grazie alla disponibilita' di imprese che hanno voluto collaborare con noi". Tutto questo, "con l'augurio che la rete di professionisti e di imprese possa allargarsi ancora di piu'".Il primo laboratorio e' stato svolto nel mese di ottobre a Catanzaro, in una delle strutture di Fondazione Betania Onlus, realta' in prima linea per l'assistenza a persone non autosufficienti: alla base delle attivita' la pittura spiegata e praticata dall'artista Angela Procopio con la partecipazione attiva dei pazienti. Il secondo appuntamento, invece, a dicembre scorso, al centro clinico "San Vitaliano" di Catanzaro, dove si e' dato spazio all'arte della cucina con protagonisti pazienti sottoposti in prevalenza a riabilitazione di tipo fisiatrico guidati per l'occasione dallo chef Alessio Argento.A breve, poi, il laboratorio di trucco da allestire nella sede catanzarese dell'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) a Lamezia Terme: qui le donne verranno truccate e riceveranno consigli di bellezza; "un modo per volersi bene e prendersi cura di se'", commenta ancora Ranieri. Che pensa ad altri due appuntamenti da concretizzare entro la prossima estate: un laboratorio di recitazione e uno di agricoltura sempre con il coinvolgimento di centri sanitari della provincia di Catanzaro.I benefici di queste esperienze li spiega Domenico Mauro, psicologo e psicoterapeuta al centro clinico "San Vitaliano" e psicologo della rete Aism. "Attivita' come queste -afferma - servono a contrastare l'isolamento, la chiusura, l'abbassamento dell'autostima. Il paziente scopre abilita' che non sapeva di avere o a cui aveva rinunciato. Si diventa consapevoli del fatto di avere capacita' creative e operative. Si assiste quindi a un capovolgimento di fronte: da una posizione passiva e di ritiro si passa all'essere protagonisti"."Un aspetto non secondario - prosegue l'esperto - e' quello della socializzazione, visto che in questi casi la tendenza a isolarsi e' spesso una costante.
Importante inoltre la possibilita' di confrontarsi con gli altri dandosi conforto e condividendo momenti difficili. Insomma: l'unione fa la forza".Domenico Mauro parla poi del "prossimo laboratorio" creativo in programma all'Aism. E si sofferma sul rapporto tra depressione e sclerosi multipla. Un rapporto - dice lo psicologo - favorito da due aspetti: "Intanto, con una patologia cosi' invalidante come la sclerosi multipla c'e' poco da stare allegri" e dunque si assiste spesso a una forma di depressione cosiddetta "reattiva", riflesso del disagio esistenziale legato alla malattia; "inoltre - continua Mauro - esiste una forma di depressione cosiddetta "endogena", favorita dalla natura neurologica della sclerosi multipla", come spiega nel suo sitol'Aism . Da qui l'importanza, anche in questi casi, di iniziative volte ad accrescere il benessere psicologico per una migliore qualita' della vita.Piu' in generale, continua Mauro, la finalita' di "Escila" e' quella di attivare laboratori anche fuori dalle strutture sanitarie. L'obiettivo e' radicarsi nei territori e fare in modo che, attraverso lo strumento dei laboratori, "possano essere coinvolte persone come ad esempio quelle che altrimenti si fermerebbero soltanto al momento passivo della terapia farmacologica o che, se lasciate da sole, non chiederebbero aiuto per farsi curare".
(Wel/ Dire)
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