Ido: Processi regolazione primaria sono cruciali nella traiettoria sviluppo
Roma, 5 mar. - "La prematurita' costituisce un fattore di rischio per alterazioni del ritmo e della qualita' della crescita e della connettivita' cerebrale. Anche minimi insulti a questi processi possono interferire con la strutturazione di quei circuiti fondamentali che regolano prima i meccanismi di omeostasi interna, poi la regolazione emotiva nell'arco del primo anno di vita e a seguire quella attentiva, per arrivare progressivamente all'eta' prescolare quando avviene l'organizzazione comportamentale e del funzionamento esecutivo". A parlarne e' Davide Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), all'ultima giornata del corso 'Il neonato pretermine. La cooperazione multiprofessionale per affrontare la complessita'', promosso a Roma dall'IdO insieme al Sindacato italiano specialisti pediatri (SISPe) e con i patrocini della Societa' italiana di pediatria e della Societa' italiana di neonatologia.
"La nascita della mente e' scandita dalla nascita delle emozioni- precisa il neuropsichiatra infantile- e i processi di regolazione primaria diventano cruciali nella traiettoria di sviluppo. Infatti, negli ultimi 30 anni il costrutto della regolazione emotiva ha assunto un'importanza sempre piu' centrale grazie al contributo della neurobiologia affettiva che pone i processi regolatori al centro dell'organizzazione della psiche".
Per parlare di regolazione, spiega il medico, "bisogna adottare una prospettiva sistemica ed evolutiva, perche' si tratta di un sistema integrato e gerarchicamente organizzato che prevede l'interrelazione fra le strutture neurobiologiche emergenti, dal tronco encefalo alla corteccia passando per il sistema limbico, e l'outcome psicocomportamentale del bambino". Inoltre, secondo Trapolino, nella prospettiva evolutiva della regolazione "e' possibile individuare clinicamente fattori di vulnerabilita' primaria precoce, gia' intercettabili nel neonato, sia a carico dei processi di autoregolazione come ritmo sonno veglia, funzioni digestive e arousal, sia a carico di quelli declinati nella relazione con l'altro come il fenotipo socio emozionale precoce gia' evidente nelle prime interazioni".
Come appaiono questi bambini nei primi anni di vita? "Il processo di regolazione ontogeneticamente e gerarchicamente organizzato nel primissimo periodo della vita si intreccia col funzionamento autonomico. Le emozioni primarie sono connesse al sistema nervoso autonomo, ad esempio la frequenza cardiaca, il ritmo respiratorio, il ciclo sonno-veglia e l'alimentazione sono tutte funzioni base la cui perturbazione nei primi mesi di vita puo' rappresentare un indice clinico importante nell'interpretazione di una traiettoria di sviluppo a rischio.
Piu' in prossimita' della prima meta' del primo anno di vita - aggiunge Trapolino- si possono, invece, riscontrare delle difficolta' piu' chiare in termini di regolazione emotiva: una maggiore emozionalita' negativa, difficolta' dell'interazione, difficolta' a sostenere e a protrarre i parametri intersoggettivi fondamentali (come un contatto oculare prolungato e adeguato, una mimica espressiva reciproca, il tempo della relazione). Man mano che il bambino cresce nel primo anno di vita la vulnerabilita' e' piu' declinata all'interno della relazione, e quindi dell'interazione, e puo' essere letta secondo dei protocolli piu' o meno standardizzati in cui l'osservazione clinica la fa da padrona. Sapendo dove andare a guardare- sottolinea l'esperto- si vede quello che altrimenti non si vedrebbe".
I bambini prematuri con disturbo della regolazione emotiva possono avere problemi di attaccamento? "Una nascita pretermine, soprattutto se cruenta e precoce, rappresenta un vero e proprio fattore traumatico che puo' determinare una sintomatologia post traumatica nella madre", risponde Davide Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'IdO.
"La letteratura internazionale sottolinea come la valutazione delle reazioni post traumatiche della madre a sei mesi dalla nascita prematura del figlio correli con l'outcome della diade a 12 mesi. La futura stabilita' della diade potrebbe essere, quindi, gia' ipotizzabile osservando il pattern di regolazione emotiva della madre rispetto alla nascita".
La nascita pretermine costituisce, dunque, un fattore di rischio per la stabilita' della diade. "Queste evidenze indicano l'assoluta necessita' di prendersi cura della diade e della madre. E' noto che la difficolta' della coordinazione dei pattern d'interazione precoce nei rapporti madre-bambino in termini di reciprocita' emozionale, socio-emozionale e comunicativa- conclude Trapolino- puo' essere un fattore di rischio per lo sviluppo di un attaccamento insicuro, che puo' essere causato da una ridotta sensibilita' materna e una ridotta responsivita' del bambino".
(Wel/ Dire)