29 maggio in scena detenute casa circondariale femminile Roma Rebibbia
Roma, 28 mag. - Ramona e Giulietta e' la personale rilettura di una delle piu' celebri opere shakespeariane da parte delle attrici detenute della casa circondariale femminile di Roma Rebibbia con la regia di Francesca Tricarico. Lo spettacolo nasce dalla voglia di scardinare quello che ancora oggi, e forse piu' di ieri, e' un tabu' fuori e dentro le mura carcerarie. L'amore tra Ramona e Giulietta, due donne che nonostante i cancelli, le sbarre, i pregiudizi trovano la forza di amarsi e gridare il loro amore.
Uno "sfogo" del carcere o un sentimento vero? La domanda che ha accompagnato ossessivamente la fase di allestimento dello spettacolo e lo spettacolo stesso, che ha visto durante la riscrittura dell'opera suddividersi davvero in due fazioni le partecipanti al lavoro.
Un lavoro scritto e fortemente voluto dalle attrici detenute e dalla regista per raccontare come l'amore, cosi' come il teatro, puo' divenire e forse lo e' sempre stato, pretesto di altro, molto altro. "Quando l'amore e' un pretesto", il sottotitolo scelto, un pretesto per dare sfogo alla rabbia del singolo che diviene rabbia collettiva, un pretesto per raccontare il carcere, un pretesto per interrogarsi su come e quanto il carcere sia una potente lente di ingrandimento della societa' esterna. Lo spettacolo e' aperto al pubblico il 29 maggio alle 15 nel Teatro della Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia (via Bartolo Longo, 92 Roma) "Il fatto e' che una pena e' lenita dal tormento di un'altra, che di un disperato dolore puo' guarirti lo struggimento di un altro.
Questo e' troppo, no questo e' normale, eh no questo e' normale qui, ma anche fuori e' normale, l'amore non ha sesso". A dirlo e' la regista Tricarico, che aggiunge: "In questi sei anni di lavoro a Rebibbia Femminile abbiamo sempre cercato nei testi dei grandi autori le nostre necessita', per dare voce alle nostre urgenze che negli anni abbiamo scoperto essere anche le urgenze della societa' fuori dal carcere, solo le nostre un po' piu' intense, amplificate. Questo e' stato uno dei lavori piu' complessi da realizzare per la tematica scelta e non solo- precisa- un tema fortemente voluto dalle mie attrici, che realmente si sono divise nelle loro differenti visioni sull'argomento. Un confronto vivo, vero, ci ha accompagnate per tutto il tempo del laboratorio e dell'allestimento dello spettacolo, ricordandoci la forza del teatro come strumento non solo per far sentire la propria voce ma di confronto prima con se' stessi e poi con l'altro".
L'Associazione Per Ananke dal 2013 ad oggi ha fondato nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia due compagnie teatrali: Le Donne del Muro Alto (nella sezione alta Sicurezza) e Piu' Voce (nella sezione Media Sicurezza), seguite entrambe dalla regista Francesca Tricarico.
(Wel/ Dire)